A dieci anni dal precedente album, The Far West si ripresentano con un lavoro che ormai sembrava perduto da quando le registrazioni, causa chiusura per la pandemia, andarono in qualche modo smarrite. Un incendio alcuni anni dopo sembrò mettere la parola fine a queste canzoni che ora riemergono in tutta la loro freschezza e brillantezza grazie a Dave Trumfio (al lavoro negli anni con Wilco e My Morning Jacket), ingegnere del suono esperto e caparbio. The Far West si sono fatti un nome in particolare nella nativa California aprendo per Dave Alvin, Justin Townes Earle e molti altri mantenendo la barra dritta nella proposta di un alternative country di qualità con echi ‘sixties’ e una scrittura di notevole spessore e la conferma della bontà della loro proposta sta tutta in questo loro “Everything We Thought We Wanted” con dodici canzoni che coprono un ampio spettro di emozioni, guidati dai frontman Lee Briante e Robert Black, rispettivamente chitarra e basso. L’apertura condensa tutta la passione e le radici della band con una “See For Yourself” che idealmente rimanda al Dylan del suo periodo ‘mercuriale’, quello degli anni sessanta con dischi come “Highway 61 Revisited” e “Blonde On Blonde”, mentre la seguente “Joshua Tree” è ballata sontuosa che ci porta dritto nel meraviglioso Mojave desert. L’amore per la country music e quello per certo roots-rock si fonde perfettamente in un disco dai toni intensi che di volta in volta ricorda i Green On Red, i Jayhawks, i Wilco e anche lo spirito outlaw di un Waylon Jennings mettendo in campo cuore e sagacia in ogni momento. “Meet Me Where We Parted Last” è imbevuta di aromi sudisti con i discreti fiati che arricchiscono la melodia, “Hope I Don’t Bleed” vede la presenza di Dave Alvin in veste di protagonista e sottolinea l’aspetto ‘cinematico’ di molti brani come dimostra la sognante “A Soft Place To Land”. Da rimarcare il fascino di una “Happy Now” che è il punto di incontro di country e rock, di “For The Birds” e di “Over The Hill” che carezzano l’anima e di “Better Days” che sposta il baricentro verso New Orleans con un pianismo gustoso e solidamente ‘southern’. Bentornati Far West, è valsa la pena attendere tutto questo tempo. (Remo Ricaldone)