“September” incarna nel modo più coinvolgente e brillante quel suono denominato ‘americana’, in bilico tra rock, pop e radici, con il giusto riferimento a quella canzone d’autore adulta che specialmente nei primi anni settanta ci fece scoprire musicisti del calibro di Jackson Browne e James Taylor, tra la California e la East Coast. Steve Yanek ha concepito queste dieci canzoni nell’arco temporale di diciotto mesi tra il febbraio del 2020 e l’agosto del 2021, periodo scandito dall’isolamento forzato dovuto alla pandemia che ha stravolto i programmi di tutti. Canzoni che sono state create dal solo musicista dell’Ohio che ha deciso di ricrearle some sono nate, cioè interpretandole da ‘one man band’: suonando tutti gli strumenti, producendole, registrandole e presentandoci così un lavoro che riesce ad aggirare i rischi che un tale procedimento poteva nascondere, un autocompiacimento che poteva nuocere al risultato complessivo. Steve Yanek ci presenta così un album decisamente godibile e spontaneo con  melodie orecchiabili fin dall’iniziale “Begin Again” guidata da un’armonica che regala emozioni folk-rock. Scorrono in modo naturale e sincero brani pieni di riferimenti stilistici che vanno indietro specialmente agli anni sessanta e settanta, armonicamente validi come “I Could Use A Little Rain” che rimanda al primo Tom Petty, a una “Summer Days” dal fascino pianistico che non sarebbe sfuggito ai cantautori citati in precedenza oppure a “Catch My Fall” irresistibilmente permeata di inflessioni ‘power pop’. “Carousel” è più acustica e soffusa e non mancano la nostalgia e la malinconia legate alle stagioni della propria adolescenza con il suo carico di emozioni, sensazioni che riemergono spesso nelle pieghe di questo disco. In “Count Every Moment” è ancora protagonista il piano in un’altra bella ballata pervasa di ottimismo e speranza, quasi a fare da contraltare al periodo in cui è stata scritta mentre “Come Back In” è introspettiva e appassionata con le sue coloriture acustiche. “You Know It’s Right”, “Losing You” e “September” non fanno altro che confermare lo stato di forma compositiva di Steve Yanek proponendolo come artista completo e maturo. (Remo Ricaldone)