Dall’ inizio degli anni deumila Andrew McConathy ha intrapreso una carriera musicale che lo ha legato ad una country music dallo spirito alternativo, in certi momenti vicino allo spirito delle band texane che hanno incrociato rock e radici nelle scorse decadi e accostando la propria scrittura a gruppi come gli American Aquarium. E’ sotto il nome di Drunken Hearts che ha deciso di proporre una produzione che vanta quattro album e ora si aggiunge il recente “Reckless Ways Of Living” che definisce alla perfezione il suo obiettivo, raccontare l’America attraverso storie spesso sofferte, aspre ma soprattutto sincere e autentiche. Coadiuvato da una band di assoluto valore, solida e compatta formata dalle tastiere di Tyler Adams, dalle chitarre di James Dumm e da una buona sezione ritmica dove Alex Johnson siede dietro ai tamburi e Drew Packard imbraccia il basso, Andrew McConathy ha messo in fila una serie di canzoni dal piglio sicuro confermando una scrittura si derivativa ma decisamente credibile, interpretata con una voce interessante, roca al punto giusto e perfetta per l’occasione. La scrittura è in alcuni casi condivisa con autori terzi, legando il proprio spirito compositivo a band indipendenti di notevole levatura come i Leftover Salmon il cui bassista Vince Herman è co-autore della cadenzata country song “100 Proof” oppure i String Cheese Incident, eccellente jam band, con Keith Moseley che affianca Andrew McConathy nella intensa ed azzeccata apertura di “Never Say Goodbye”, una delle più belle del disco. Oltre alla band nell’album appaiono figure di rilievo della scena indie come il fiddler Jason Carter della Del McCoury band che mostra le sue limpide doti in “Dark Times” dalle inflessioni acustiche e quasi western, il banjoista Kyle Tuttle dei Golden Highways di Molly Tuttle, lo steel guitarist degli American Aquarium Neil Jones e la brava Lindsley Lou che presta la sua angelica voce a “Forever Highway”, altro momento topico del disco con la sua sicura andatura e l’amore per le ‘road songs’ più classiche. Tutto l’album comunque scorre ottimamente e si avvale di uno spirito evocativo e sincero con altri brani che si fanno notare come “Falling Stars”, “Good Graces” e “Fall From Grace” che mostrano una maturazione importante che merita di essere apprezzata. (Remo Ricaldone)