Mai titolo fu più esplicativo e sinonimo del profondo amore per il ‘deep south’ che caratterizza Mike Farris, già frontman dei Screamin’ Cheetah Wheelies e da inizio anni duemila solista con all’attivo dischi dal sapore puramente ‘southern’. Il musicista del Tennessee era da ben sette anni che non pubblicava nulla di nuovo e questo “The Sound Of Muscle Shoals” arriva con intatta tutta la sua forza espressiva, colorando con una produzione impeccabile dello stesso Farris (con l’aiuto di Rodney Hall, figlio del leggendario Rick, fondatore dei Fame Studios dove appunto sono avvenute queste sessions) che porta a termine un album straordinariamente potente e vibrante di tutto il bagaglio dei suoni del profondo sud. Soul, blues ma anche sfumature country e rock sono alla base di un lavoro dove con sapienza si alternano originali e covers, tutte caratterizzate da interpretazioni genuine e palpitanti di un nome come quello di Muscle Shoals,  cittadina dell’Alabama divenuta celebre grazie ad una tradizione che le ha affibiato il nomignolo di ‘The Hit Recording Capital Of The World’. Dagli Stones ai Lynyrd Skynyrd, da Bob Dylan a Bob Seger passando per Joe Cocker, Rod Stewart, Duane Allman, Paul Simon e per tutta la ‘creme’ del soul sudista (Aretha Franklin, Wilson Pickett, Percy Sldge e via discorrendo), in moltissimi hanno avuto l’occasione di registrare i loro dischi negli studi Fame che in questo caso hanno visto protagonista Mike Farris. “Ease On” apre l’album in un’inevitabile mood soul mettendo subito le carte in tavola e ponendo le basi per un disco da apprezzare in tutte le sue sfumature, seguito da una splendida “Heavy On The Humble” dove sembra di ascoltare, per coloro che amano certa country music dalle movenze ‘southern’, un Travis Tritt o Chris Stapleton. “Swingin’” è una magistrale ballata di Tom Petty che qui viene omaggiato con grande calore e passione (era originariamente sull’album ‘Echo’ del 1999) mentre l’altra cover è “Slow Train”, un classico del repertorio degli Staple Singers firmato dalla coppia Steve Cropper e William Bell, canzone dalle movenze gospel proposto con classe infinita. L’album è da godere comunque nella sua interezza, spaziando tra il ‘soul number’ “Bird In The Rain” impreziosito dalle tastiere di Clayton Ivey e la cristallina country music di “Bright Lights” dove la pedal steel di Philippe Bronchtein regala emozioni in quantità. Da segnalare ci sono poi l’intensa commozione di una “Learning To Love” interpretata con il cuore in mano, “Before There Was You & I” in cui Mike Farris si immerge nella più classica tradizione soul con grande naturalezza e la chiusura affidata ad una “Sunset Road” che porta a compimento un percorso ineccepibile con estrema classe e talento. Tra i dischi dell’anno  (Remo Ricaldone)