51glTJgq4eL._SS500
Dischi country come questo ormai si possono trovare praticamente solo ‘rovistando’ nella comunque ampia proposta indipendente visto che da parecchio le major si concentrano sui ‘talent show’ e su un pubblico giovanissimo. Qui invece siamo legati indissolubilmente a suoni tradizionali, a canzoni dove fiddle e pedal steel la fanno da protagonisti, a canzoni le cui tematiche si possono definire classiche, tra amori persi e ritrovati, amicizia e tanta nostalgia, l’ormai consolidata teoria del ‘three chords and the truth’ sulla quale si è basata nel tempo la country music. I riferimenti di Preston Camp, Jr. sono per la maggior parte texani, da Billy Joe Shaver a Willie & Waylon, tali e tanti da definire il musicista nativo della Georgia un ‘honorary texan’ per chiare affinità e ispirazioni. L’incessante attività discografica di Preston lo ha portato ad incidere con regolarità e con estrema fedeltà nei confronti delle sue radici musicali e negli ultimi anni abbiamo assistito alla pubblicazione di una decina di album che potremmo mettere tutti sullo stesso piano, forse senza clamorosi picchi ma senza cadute di tono o di stile. L’appassionato di country music che si riconosce in queste caratteristiche potrà quindi accostarsi a questo disco (e ai precedenti, tutti comunque consigliati) con la sicurezza di trovare una serie di canzoni dal taglio preciso e definito, una produzione pulita e brillante ma mai fredda o impersonale, un approccio accorato e sinceramente genuino. “Pour Me Some Whiskey (Then Kiss Me)” non faticherà a conquistare quei cuori che battono per la tradizione, assolutamente efficace sia nei momenti più ritmati e pimpanti sia nelle inevitabili ballate da ‘tear in my beer’, egualmente convincente e stimolante. Tra le prime “Kickin’ Up Our Boots (Out Here In The Texas Sun)” apre le danze nella maniera ideale con uno dei tanti omaggi al Lone Star State, “I Can Not Get You Off Of My Mind” sembra uscita da un vecchio vinile di Willie Nelson, mentre le cadenzate “Meet Me At The Waffle House” e “I Would Decline” rappresentano due tra i momenti migliori del disco. Le ballate sono comunque in maggioranza e spesso si elevano dalla media per intensità e profondità come nel caso della title-track e di “Bottle On The Table”, due ottime ‘drinkin’ songs’, “That Moment” con ancora nel dna lo spirito texano e le riflessive “Unexpectedly” e “Floatin’ Thru My Mind”. Ad arricchire la proposta ci sono, nel finale, due riletture acustiche e dal vivo di “Kicki’n Up Our Boots” e “Bottle On The Table”, un ulteriore piccolo regalo da un nome da conoscere ed aprpezzare. File under: classic country music.(Remo Ricaldone)