A volte essere figli d’arte può essere un peso tale da cercare di percorrere la propria strada artistica evitando volutamente il proprio cognome per non incorrere in paragoni scomodi. E’ il caso di Meredith Moon, canadese, banjoista e chitarrista innamorata dei suoni della tradizione appalachiana che ha interpretato con buona personalità, intraprendendo il suo viaggio musicale nei panni di genuina troubadour partendo dal nativo Canada e toccando molti paesi di entrambi i lati dell’oceano. Papà Gordon Lightfoot solo recentemente l’ha portata in tour per alcune date, evitando di presentarla come figlia rispettandone l’indipendenza e l’autonomia, introducendola semplicemente come Meredith Moon. Discograficamente Meredith ha inciso un paio di lavori indipendenti di cui solo il secondo ha soddisfatto le sue aspettative (“Forest Far Away” del 2018) e questo “Constellations” è il suo esordio per un’etichetta rispettata e di lungo corso come la True North Records che ha saputo valorizzare indubbie doti compositive dando vita ad un godibile percorso sonoro fatto di essenzialità, rigore stilistico e un approccio carratterizzato da un grande amore per i suoni old-time, country e folk. Due sono i tradizionali, la celeberrima “Soldier’s Joy”, interpretata da tutti i maggiori esponenti della scena bluegrass e old-time e “Needlecase Medley”, altro gustoso momento legato al più puro ripescaggio del retaggio musicale del sudest americano, mentre il resto dei brani vede Meredith Moon districarsi in una felice scelta di melodie interpretate con voce evocativa e calda, sorretta da un accompagnamento scarno ma sempre ispirato. “Starcrossed”, ballata pianistica che rimanda a Lucinda Williams e alla brava e sempre poco conosciuta Robyn Ludwick, apre nel migliore dei modi il disco, ponendo subito l’accento sulla bravura e sull’ispirazione della protagonista, con il bel fiddle di Tony Allen. “That Town” ha il passo classico della folk ballad ed è un altro dei momenti più alti dell’album, con l’aggiunta di una sezione ritmica e il fiddle a segnare la melodia mentre la title-track può tranquillamente rimandare alle finezze acustiche di papà Gordon. Con lo strumentale “Brokenwing Bird” Meredith Moon imbraccia il banjo e ci si immerge nella più tipica tradizione degli Appalachi pur con la presenza della sezione ritmica, in “Your Cards” emerge la capacità di coinvolgere e commuovere con melodie intrise di malinconico fascino, con l’eccellente “Lighthouse County” a rappresentare un altro dei punti forti dell’album, si porta in dote la grande tradizione cantautorale canadese. Da ricordare ancora la pianistica “Mark Twain” che personalmente mi ricorda l’andamento tipico della musica delle sorelle McGarrigle, altre figure da riscoprire e la chiusura di “Slow Moving Train” che non fatica ad evocare i magnifici paesaggi canadesi con una suggestiva melodia caratterizzata ancora da fiddle e chitarra acustica. Un piccolo gioiellino che gioca sulle emozioni semplici ma proprio per questo intense ed efficaci. (Remo Ricaldone)