Dodici dischi all’attivo e una lunga esperienza sui palchi dei più rinomati club e festival americani ed europei: Kevin Dooley, attualmente residente a Longmont, cittadina del Colorado nella Contea di Boulder, ha da tempo preferito esibirsi principalmente per scopi benefici o in occasione di riunioni tra amici, continuando comunque a scrivere canzoni. Lontano da ogni stress e da contratti discografici, Kevin Dooley incide quando se ne presenta l’occasione e  ha le canzoni giuste, facendosi accompagnare da musicisti del suo ‘giro’ che lo supportano nella maniera migliore. “Band O’ Gypsys” è già dalla copertina un lavoro che esplora in maniera intimista l’animo di un artista legato fortemente alla canzone country-folk aggiungendo qua e la un tocco di ispirazioni celtiche, un album dai toni prettamente acustici pervaso da una notevoe qualità umana, caratteristica che pervade ogni sua produzione. Canzoni queste dove l’aspetto familiare è preponderante, le atmosfere sono rilassate ed amichevoli ed il risultato non può che essere positivo come lo fu il precedente lavoro ascoltato dal sottoscritto, “Treehouse”. Ad aprire il disco è una bella ‘train song’, “Brother Wind”, dove si mette in mostra all’accordion quello che è il musicista più ‘famoso’ tra i partecipanti alle sessions, John Magnie, leader degli ottimi Subdudes da New Orleans, Louisiana, a formare un’accoppiata con il violino di Oliver Jacobson, altro protagonista nel corso di tutto l’album. “Everyday Dreams” è una ballata decisamente ‘laid back’ con l’armonica di Josh Elioseff a caratterizzarne la melodia, mentre “Northern Boy” porta a galla la tradizione in uno dei momenti più significativi, tra America ed Irlanda. “Grandma’s Smile” è un altro momento da incorniciare, un’altra ballata sontuosa che ci parla di sinceri legami familiari su una melodia cadenzata in cui ancora una volta violino e fisarmonica si intrecciano e creano momenti di grande effetto, “For You” è scorrevole e piacevolissima nel suo incedere sereno, suonato con classe e coinvolgimento e in “Yesterday’s Road” sboccia nuovamente l’impronta ‘irish’ che Kevin Dooley ama profondamente. Il disco prosegue con grande naturalezza, nella semplicità e nella linearità delle melodie con la frizzante “Spinning Of The World”, la bluesata “Voices Carry” con un’altra ottima performance di armonica e il mandolino di Steve Mullins, “Joey’s Shadow” che sottolinea la forza interpretativa di Kevin Dooley e l’intensa, intimista “Some Brighter Day” che congeda il nostro nel modo migliore. Bravo, Kevin! (Remo Ricaldone)