ListenerCountry Music e Bluegrass, pur avendo radici comuni, hanno sempre viaggiato parallelamente nel solco di una riproposizione del loro retaggio arricchito da suoni e colori decisamente diversi tra loro. Talvolta però abbiamo assistito ad un avvicinamento dei generi che a mio parere è stato notevolmente positivo. Personaggi come Ricky Skaggs, Dolly Parton ed Alison Krauss, tanto per citarne alcuni, nel corso della loro carriera hanno ‘fatto la spola’ tra country music e bluegrass con risultati più che soddisfacenti. Gli Steeldrivers, quintetto con base a Nashville, possono considerarsi l’anello di congiunzione tra i vari stili che compongono quel variegato ‘melting pot’ che è la musica del Deep South, con l’aggiunta di leggere inflessioni soul e blues. Dal 2010, con alcune variazioni nella line up, gli Steeldrivers hanno portato una grande ventata di freschezza a Music City, presentandosi si come una bluegrass band (la strumentazione prima di tutto) ma mostrando nell’approccio vocale e compositivo un profondo amore per la country music, comunque in antitesi con il mondo mainstream nashvilliano. La nuova formazione vede protagonista Gary Nichols, cantante straordinario dalle sorprendenti similitudini con il grande Travis Tritt, dotato anche di eccellenti capacità di scrittura (circa metà delle canzoni portano la sua firma), affiancato dalla violinista Tammy Rogers, veterana di mille session a Nashville, dal mandolinista Brent Truitt, anch’egli esperto dei segreti degli studi di registrazione, dal banjiosta Richard Bailey e dal bassista Mike Fleming. “Shallow Grave”, “Wearin’ A Hole”, “I’ll Be There”, “Lonesome Goodbye”, “Hell On Wheels” e “Cry No Mississippi” sono senza dubbio i momenti in cui country music e bluegrass si stringono in un abbraccio affascinante ed evocativo, coniugando passione e genuinità e spargendole a grandi dosi. “Hammer Down”, il loro terzo disco, credo possa risultare godibile agli appassionati dei due generi, a patto che l’ascolto avvenga con la giusta predisposizione e apertura mentale. (Remo Ricaldone)

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