In possesso di una forte personalità, di un carattere irrequieto e di uno stile ruvido e personale che travalica i confini tra la canzone d’autore country-folk e il più schietto rock’n’roll, Ryan Bingham ha saputo elevarsi dallo status di artista culto con una produzione indipendente di eccellente livello (tre album incisi tra il 2002 ed il 2006) ad una buona fama a livello internazionale, consolidata anche dal coinvolgimento nella colonna sonora del bel film “Crazy Heart” interpretato da Jeff Bridges e Maggie Gyllenhall. La chiave di volta di questo ‘salto di qualità’ è stata la pubblicazione di “Mescalito” nel 2007, una sorta di riepilogo delle puntate precedenti sotto la produzione di Marc Ford dei Black Crowes che gli ha cucito addosso un godibilissimo abito elettro-acustico in bilico tra ballate ‘di confine’ e frecciate rock che hanno colpito subito nel segno. Il musicista nativo di Hobbs, New Mexico ma cresciuto in Texas nell’area delle cittadine di Midland e Odessa, assiduo frequentatore del giro dei rodei, ha così intrapreso una carriera in cui ha sempre cercato di proporre una scrittura asciutta e lineare, uno stile roots presentato con un entusiasmo genuino che talvolta lo ha portato un po’ a ‘strafare’, indicandolo però sempre come performer solido e trascinante. Da questo punto di vista consigliato è l’ascolto del suo live del 2016, album di non facilissima reperibilità ma che documenta molto bene il suo approccio in concerto. Il sodalizio con Marc Ford è continuato due anni dopo con “Roadhouse Sun”, altro capitolo rimarchevole della sua discografia, continuando un periodo di grande ispirazione che nel 2010, con T-Bone Burnett in regia, ci ha regalato “Junky Star”, nobiltato dalla celebre “The Weary Kind”, ballata intensa contenuta nel film citato in precedenza. La voglia di sperimentare e di trovare nuove strade ha spesso contraddistinto gli anni più recenti e il quarto album, intitolato “Tomorrowland” è scivolato via tra alti e bassi che non hanno però scalfito la qualità complessiva di una carriera subito ripresasi con il successivo “Fear And Saturday Night”, il suo ritorno, diciamo così, in carreggiata. “American Love Song”, il suo nuovo disco prodotto da Martin Sexton, è indicativo di una individualità particolare, di una voglia di rimanere entro certi confini sonori ma al tempo stesso di scoprire nuovi cammini, magari mettendo un po’ troppa carne al fuoco con il rischio di risultare ondivago. Le emozioni che ci ha regalato in questi anni hanno però fatto scoprire un talento vero, un musicista convincente e autentico.

Ryan Bingham sarà in concerto all’Auditoriun Toscanini a Chiari (BS) il 4 maggio, unica data Italiana del Tour. (Remo Ricaldone)