Mary James, in arte Mean Mary, è una musicista la cui originalità sta nel coniugare le varie influenze che formano il suo suono (folk, country e pop) in modo essenziale e senza fronzoli e al tempo stesso intenso e poetico, evocativo e un po’ misterioso. La forza delle canzoni di questo suo ultimo disco intitolato “Cold” sta nel proporre un modello strettamente connesso a radici appalachiane, stilisticamente richiamate dal continuo uso del banjo, ma venato di temi talvolta ripresi dalla tradizione irlandese, da quella mitteleuropea (come nell’iniziale “I Fell Into The Night” che mi ricorda certi suoni klezmer anche grazie all’uso dell’accordion nelle mani di Nomad, durante l’album alle prese anche con le tastiere) e anche legate al fascino della migliore canzone d’autore pop e country. L’apporto fondamentale del fratello Frank James sia a livello strumentale sia compositivo contribuisce a forgiare uno stile decisamente originale ed intrigante che, grazie soprattutto all’approccio vocale di Mary crea atmosfere sognanti e ricche di legami letterari e poetici. “Dark Woods” per esempio è un brano il cui sviluppo rimane i bilico tra antico e moderno, tra pop e folk, risultando alla fine affascinante e vincente. La title-track “Cold (House By The Sea)” è capolavoro di equilibrismi folk e celebra la bellezza di melodie senza tempo, “Rainy Day” è estremamente godibile e rappresenta bene l’essenza musicale di Mean Mary e di questo suo album che a dispetto del titolo saprà riscaldare le nostre lunghe giornate invernali. La semplicità unità all’intensità delle interpretazioni è poi alla base di piccoli gioiellini come “Snow Falling”, come “Sad November Breeze” dove la protagonista lascia momentaneamente il banjo per la chitarra acustica, come “Friend I Never Had” in cui la sezione ritmica porta influenze quasi jazzate e il ricordo va subito agli storici Pentangle e poi ancora in “Quoth The Mockingbird”, potente e basata sugli scritti di Edgar Allan Poe, e un trittico finale che scioglie ogni remora e regala grandi emozioni con “April In December”, “Sparrow” e “Forevermore”. Disco sorprendente e consigliato caldamente. (Remo Ricaldone)