Da qualche tempo sta emergendo con forza la vitalità di una scena canadese che si muove tra blues e rock e che mostra quanto diffuso e variegato sia l’amore per questi suoni. Sulle ‘pagine’ di Planet Country ci siamo più volte occupati di musicisti che provengono dal Canada e in questo caso presentiamo quattro nuove proposte che confermano l’ottimo momento di ispirazione. Dalla provincia orientale di Newfoundland/Labrador arriva un trio che unisce ‘classic rock’ e blues con intensità e “Who Works For Who?” gioca bene le proprie carte con materiale originale che risulta sempre più che godibile. Jonathon Reid è il ‘lead vocalist’ e chitarrista, Michael Maddox siede dietro ai temburi e Greg Newhook è il solido bassista e dal 2008 si sono dati il nome di Beauwater con tre dischi all’attivo. Armonica, slide e sax danno il tocco bluesy con l’apporto di alcuni amici esterni ma il nucleo principale è decisamente grintoso e coeso come nella migliore tradizione rock. Disco che si apprezza per sincerità e rispetto per le proprie passioni musicali. Più modulato e melodico è il suono di Josh Piché, nativo di Winnipeg, Manitoba ma ora residente a Toronto dove è tra i protagonisti di una scena rock pregevole. Le influenze vanno da John Mayer al country-rock di marca ‘eaglesiana’ e talvolta vicino come ispirazione al (soft) rock di Sheryl Crow. La sua produzione più recente è questo ep che contiene cinque brani che lo descrivono molto bene, dalle atmosfere californiane di “Fall Down” che sembrano rubate alle aquile alla ottima “December Birds”, per il sottoscritto il punto più alto per melodia ed interpretazione. “Fools In Love” ha un’aura caraibica divertente e l’apertura di “Starry Eyes” descrive bene un personaggio promettente. Endrick And The Sandwiches sono una ruspante e solida blues band di Montreal e il loro “Green Room Rumble” è la perfetta sintesi di un loro live show con un profluvio di classici dal repertorio dei grandi del genere. Chitarre acustiche ed elettriche efficaci, l’armonica che scorazza per tutti i brani, una sezione ritmica dinamica e pulsante, performance sempre credibili e potenti evocano le sudate serate nei migliori juke-joints del profondo sud anche se come latitudine siamo decisamente più a nord. “Mystery Train” di Junior Parker, la maestosa “Mannish Boy” di Muddy Waters, “Choo Choo” e “You Can’t Judge A Book By Its Cover” del maestro Willie Dixon, “Scratch My Back” di Slim Harpo, l’ipnotico stile di John Lee Hooker nella azzeccata cover di “Huckle Up” sono solo alcuni assaggi della bravura di una band che sorprende per autentico blues al 100%. Decisamente caleidoscopico è invece lo stile di Michael Schatte, chitarrista, cantante e compositore dell’Ontario il cui nuovo album intitolato “Conundrum” mischia con stile rock, inflessioni celtiche e blues risultando sempre intrigante e mai prevedibile. “Water In The Kettle”, l’apertura del disco, rimanda subito al grande Richard Thompson per stile chitarristico e trascinante verve  in un momento che ricorda fortemente le atmosfere di “Hand Of Kindness”, tra gli episodi migliori dell’artista inglese, “Dry Black Powder” unisce ancora rock e racconti scozzesi in una canzone esplosiva e grintosa. “Conundrum” è un lavoro molto ben strutturato e spesso dietro l’angolo troviamo sorprendenti soluzioni armoniche ed arrangiamenti, a dimostrazione di un ottimo stato di forma per un artista dalle molteplici basi culturali e musicali, oltre che un chitarrista con i fiocchi. (Remo Ricaldone)