garth-gunslinger-cover Garth Brooks vent’anni fa ha cambiato il modo di arrangiare, suonare e interpretare la musica country in un modo così profondo e radicale da innescare un processo irreversibile che, se da una parte ha scandalizzato i puristi dell’epoca, dall’altra ha spalancato le porte di questo genere musicale conquistando milioni di nuovi fans. Ha cambiato per sempre anche il modo di presentare la musica country, trasformandola da musica da ascoltare a fenomeno di massa da “vivere”. Si è dovuto così portare i concerti dai saloon e dagli honky tonk agli stadi del baseball o del football per contenere le migliaia di spettatori sempre più affamati del “nuovo country”. Gli impianti sonori, le luci e tutta la macchina organizzativa che ruota intorno ad un grande show ha dovuto adeguarsi agli standard dei concerti rock più importanti e le case discografiche si sono messe a cercare e soprattutto ad investire su giovani talenti che proponevano questo genere musicale. Indubbiamente gli anni ’90 sono gli anni d’oro della country music. In quel periodo Garth Brooks è il re indiscusso di questa musica e Nashville la sua capitale. Tutto questo grazie alle incredibili doti, sia come interprete che come showman, del singer dell’Oklahoma che trasforma in oro tutto ciò che tocca. Ma, come in tutte le favole che si rispettino, la magia non può durare in eterno e Garth, all’apice del successo, decide di ritirarsi “da vincitore” rimanendo per 13 anni in silenzio discografico. Silenzio rotto solo alla fine del 2014 quando pubblica Man Against Machine e oggi questo Gunslinger. 10 brani originali (11 e mezzo nella “special edition” contenuta nel box “The Ultimate Collection”) pubblicati dalla Pearl record e prodotti da Mark Miller. Si parte con Honky Tonk Somewhere per poi proseguire con Weekend, brano scritto da Garth e Benite Hill in puro stile Kenny Chesney. Bello il singolo Baby Let’s Lay Down and Dance mentre Pure Adrenaline mi sembra il brano meno riuscito del cd. Garth possiede ancora una voce incredibile, le sua canzoni sono sempre molto orecchiabili, ben costruite ( in particolare Whiskey To Wine, cantata con la moglie Trisha Yearwood, Cowboys and Friends e Ask Me How I Know) e Gunslinger scorre via come un sorso di acqua fresca. Tutto sommato è un buon album, che sicuramente merita l’acquisto. Non fate però l’errore di paragonarlo a No Fences, Ropin’ The Wind o Fresh Horses….infatti è risaputo che, come in tutte le favole che si rispettino, la magia non può durare in eterno. (Gianluca Sitta)