Dierks BentleySette album e una raccolta antologica nel corso di questi ultimi undici anni: questo è il risultato di una carriera di grande spessore e intensità per una delle voci più positive della scena country di Nashville che fa riferimento alle major. In effetti Dierks Bentley si è sempre posto come personaggio non certo vicino alla tradizione ma piuttosto, con la sua passione per certo rock e per la musica bluegrass, come una piacevolissima alternativa al mainstream. Non manca nella sua musica una percentuale pop, intesa come ‘adult contemporary’, che il musicista di Phoenix, Arizona ha saputo mediare con gusto e bravura, creando un suono riconoscibile e brillante. “Riser” segue la falsariga del precedente “Home” uscito nel corso del 2012, prediligendo midtempo e ballate, sempre intense, accorate e vissute. Esempio perfetto di questo è il primo singolo che apre anche il disco, “Bourbon In Kentucky”, un’amara e tesa canzone che ben delinea il dualismo sul quale si gioca l’album, tra dolore e gioia, tristezza e felicità, risultato anche di un periodo della vita di Dierks Bentley che ha visto dapprima la morte del padre nel giugno 2012 e poi la nascita del suo primo figlio nell’ottobre 2013.2014-03-15 at 20-04-01Accanto a “Bourbon In Kentucky” meritano di essere citate molte altre canzoni, dalla title track “Riser”, implicitamente positiva e piena di speranza, a “Say You Do” dove su un bell’arpeggio di chitarra acustica si sviluppa una ballata notevole. “Sounds Of Summer” e “Damn These Dreams” poste una a fianco dell’altra, rappresentano i due ‘estremi’ entro cui si pongono i brani di “Riser”, il primo che ricorda certe cose del Kenny Chesney ‘pre-caraibico’, tra pop e country, e la seconda decisamente più acustica e roots, già dall’incipit che dice: “I remember hearin’ Hank on the radio…”. Il disco comunque è ben strutturato, forse può risentire della mancanza di un vero hit ma ha dalla sua una crescita costante ascolto dopo ascolto. Probabilmente non si ricorderà come uno dei migliori di Dierks ma è in grado di regalare a coloro che ne hanno apprezzato le doti artistiche, momenti più che piacevoli. (Remo Ricaldone)