A conferma di quanto sia ampio e variegato il panorama roots a livello globale, c’è il trio dei Yonder Boys con il loro distillato di suoni tra folk, country e bluegrass, spesso imprevedibile e sempre originale nell’approccio. Le loro complesse ed ispirate armonie vocali, la padronanza strumentale e le reminiscenze legate agli anni sessanta quando molti musicisti avvicinarono la tradizione alle tendenze psichedeliche tipiche del periodo, rendono la proposta di “Acid Folk”, debutto di un trio formato dall’australiano David Stewart Ingleton a banjo e voce, dall’americano Jason Serious alle chitarre e dal polistrumentista cileno Tomàs Peralta che si destreggia molto bene a mandolino, lap steel, banjo e basso, degna della massima attenzione. Incontratisi a Berlino nel 2018 gli Yonder Boys hanno fatto da supporto a gente come Billy Bragg, Nathaniel Rateliff e Wood Brothers tra gli altri, distinguendosi per una musicalità che suona subito tradizionale ma che fa emergere presto l’amore dei tre per il rock, per i suoni latini e come detto per la psichedelia. “Acid Folk” è stato inciso in modo analogico per poi essere inviato negli States per essere mixato da uno dei produttori più in vista di certo rock, Tucker Martine, già con i Decemberists, i REM, i Mudhoney, le First Kit Aid e i Death Cab For Cutie. Il suo lavoro ha contribuito a rendere il disco molto equilibrato nei suoni e a suggellare qualità artistiche notevoli. Il repertorio è validissimo, con un paio di veri classici della cultura americana come il traditional “House Carpenter” e “High On A Mountain” che sa molto di Old Crow Medicine Show, una gustosa serie di brani originali che denotano idee chiare e l’atteggiamento sicuro di chi sa cosa sta maneggiando. La poesia della bellissima “Eagle Song” che rimanda un po’ agli Avett Brothers, la trascinante “Mumma’s Boy”, la quasi ‘byrdsiana’ per impasti vocali e i profumi di sixties di “New Bohemians”, la ripresa di “Look At What You Done” con la musica di Norman Blake e i testi aggiunti da David Stewart Ingleton bastano già per giustificare l’acquisto di un lavoro dalle molteplici qualità e doti. (Remo Ricaldone)