Dall’alto delle sue ottantotto primavere Willie Nelson continua a stupire per inventiva, profonda curiosità e un approccio ricco di entusiasmo degno di un ragazzino. La country music è certamente stata l’amore di una vita ma Willie non si è mai accontentato ed è spesso andato alla ricerca di suoni diversi prendendo a piene mani nel repertorio della cosiddetta ‘popular music’, del rock, del blues e del soul, del jazz e addirittura del reggae. Non è la prima volta che il cantante di Abbott, Texas si confronta con l’enorme songbook interpretato da Frank Sinatra (era avvenuto recentemente, nel 2018, con “My Way”) ma questo nuovo “That’s Life” si supera con un disco straordinariamente incisivo e dinamico dove non mancano alcuni grandi standards di ‘The Voice’ ma con il ripescaggio di alcune gemme ‘minori’. Gli arrangiamenti sono impeccabili e il lavoro di Buddy Cannon e soprattutto quello di Matt Rollings che si divide tra produzione e un lavoro pianistico di altissima classe sono tra i punti vincenti di un album che lo stesso Willie Nelson ha voluto incidere negli studi della Capitol Records a Los Angeles dove Sinatra registrò buona parte del suo materiale. “That’s Life” è un disco estremamente godibile, interpretato con un gusto e una convinzione unici dove si alternano ballate notturne e soffuse a picchi di grande ritmo e dove Mr. Nelson canta come meglio non potrebbe, con coinvolgimento e passione. La title-track “That’s Life”, “I’ve Got You Under My Skin” e “In The Wee Small Hours” sono dei classici assoluti ma qui possiamo godere della bellezza di melodie come quelle di “Nice Work If You Can Get It” di George e Ira Gershwin, di “Lonesome Road” tra gli ‘highlights’ del disco, della sinuosa “I Won’t Dance” in cui duetta con Diana Krall, di “You make Me Feel So Young” e di “Luck Be A Lady” per citare qualche titolo. In definitiva uno dei tanti capolavori di una carriera come quella di Willie Nelson che ne contiene moltissimi. Caldamente consigliato. (Remo Ricaldone)