L’Inghilterra ha sempre ‘vissuto’ ed interpretato il blues con passione e qualità tanto da dare vita ad un proprio ‘stile’, il cosiddetto ‘British Blues’. Certo non siamo più negli anni sessanta con la grande quantità di straordinarie band che univano rock e blues in maniera tanto genuina e credibile da influenzare gli americani stessi ma anche oggi in terra d’Albione troviamo interessanti realtà come la coppia formata da Grace e Aaron Bond che hanno scelto il bel nome When Rivers Meet per indicare passioni comuni e stili che confluiscono in una proposta energica e dinamica come questo loro disco di debutto “We Fly Free”, dopo un paio di ep pubblicati nei mesi scorsi. La voce di Grace Bond (che si accompagna a mandolino e violino) e le chitarre del marito Aaron rimandano chiaramente agli anni tra i sessanta e i settanta con una musicalità ruvida, molto rock ma senza dimenticare le radici blues, sempre contagiosa e trascinante. I suoni ‘sporchi’ delle slide, la solida sezione ritmica formata da Adam Bowers ai tamburi e da Robin G. Breeze al basso (entrambi anche alle tastiere), l’approccio intenso fanno di queste canzoni non solo un bel viatico per rileggere il classico sound di quegli anni ma risultano comunque godibili e dal piglio contemporaneo. La coesione e la sicurezza con le quali queste dodici canzoni vengono interpretate sono un vero marchio di fabbrica per una ottima e promettente band. Superfluo è quindi citare un titolo piuttosto che un altro, tutti o quasi si pongono su un livello medio molto buono. (Remo Ricaldone)