Ancora il Canada protagonista su queste pagine, questa volta con i suoni della tradizione country e bluegrass coniugati con un’attitudine rock che rende la proposta degli Union Duke coinvolgente e trascinante. Al terzo album il quintetto di Toronto mostra grande dinamismo e vitalità anche nei momenti più riflessivi e rilassati, fornendo più di un motivo per apprezzare melodie e soluzioni strumentali di ottimo livello. Spesso la chitarra elettrica di Rob McLaren incrocia il banjo di Jim McDonald e l’acustica di Ethan Smith in un piacevolissimo incontro che non risulta mai forzato o dissonante ma semmai più intenso e corroborante. Molto ben strutturate sono anche le parti vocali in cui tutti i membri degli Union Duke sono coinvolti, con armonie a tre, quattro e cinque voci in un susseguirsi di canzoni che hanno il pregio di ‘fissarsi’ subito nella mente dell’ascoltatore. L’uno-due iniziale di questo “Golden Days” è esplosivo e di grande efficacia, “Heavy Wind” e “Baby Don’t Break” uniscono rock e radici in maniera assolutamente vincente. Tutta la parte centrale poi, fino all’indiavolato bluegrass “Coffee/Whiskey” che rimanda agli Old Crow Medicine Show, è comunque meno irruente e si fanno spazio senso melodico e romanticismo country, regalandoci brani come “My Only Fighter”, “Bird On The Wing”, l’intimista ed acustica “Right For Me”, la title-track “Golden Days (I’ve Been Down)” e “Chasing Headlights” che formano la solida ‘spina dorsale’ del disco. “A Brief Romance” e “Torn In Two” fanno riprendere ‘quota’ il ritmo con un entusiasmo e una freschezza notevolissimi, controbilanciando una selezione di grande qualità. Un nome quello degli Union Duke da segnare sulla propria agenda. Consigliato. (Remo Ricaldone)