Mi ha sempre colpito la country music di Tracy Lawrence e trovo che la sua voce sia una delle più belle e particolari in assoluto. Una carriera incredibile quella del singer Texano. Iniziata nel 1991 con l’album Sticks and Stones,  negli anni successivi ha raggiunto l’apice grazie a due albums (Alibis del 93 e I See It Now del 94) considerati dalla critica e dai fans come veri e propri manifesti della nuova country music che in quegli anni stava conquistando l’America. Anche i seguenti Time Marches On (1995) e The Coast Is Clear (1996) hanno contribuito a consolidare la fama del personaggio proiettandolo, negli anni ’90, nell’Olimpo della musica country. Con il declino dei new-traditionalists e di un certo tipo di country music, inevitabilmente anche la carriera musicale di Tracy Lawrence ha subito una forte battuta d’arresto fino ad arrivare, nel 2017 a pubblicare un album (Good Ole Days) che, pur essendo bellissimo perché si tratta di grandi successi interpretati in coppia con artisti del calibro di Luke Combs, Jason Aldean e TimMcGraw , suonava come una sorta di commiato dalla scena musicale attiva. Invece Tracy stava solo aspettando il momento giusto per tornare alla ribalta con un album credibile. A parte titolo e copertina che da soli meritano l’acquisto del cd, Made In America è davvero l’ album che ogni artista sogna per il ritorno in grande stile. Gli arrangiamenti sono i classici arrangiamenti a-la Tracy Lawrence, con ampio uso di steel e fiddle pur risultando alla fine tradizionalmente moderni. Voce in ottima forma e 12 canzoni ben strutturate sia dal punto di vista musicale che delle liriche fanno di Made In America uno dei migliori albums country del 2019.  Almeno per me. “ It’s who we are,  It’s what we love It’s what we do It’s a heart full of pride Stars and stripes Red, white, and blue It’s standing your ground Not backing down and never giving up Made in America” (Gianluca Sitta)