1476450759_coverLa sua “Watermelon Crawl” ha, negli anni ’90 definitivamente sdoganato la musica country da musica per over ’50 a musica per i giovani e forse senza “Ten Rounds with Jose Cuervo” non ci saremmo mai accorti di quanto fosse divertente ballare con cappello e stivali. In tanti abbiamo poi sperato che la protagonista di “Back To Texas” si lasciasse convincere a tornare in Texas e “The Keeper Of The Stars” ha reso speciale la giornata di tante persone. Questo è Tracy Byrd, un mito, un’icona della moderna country music che, dopo un lungo silenzio discografico torna con un nuovo album. Il titolo e la copertina sono già un ottimo biglietto da visita, ma è dopo il primo ascolto che questo All American Texan ci convince definitivamente, soprattutto perché sembra inciso negli anni ’90, il periodo d’oro della moderna country music. Garth Brooks era appena diventato una superstar, George Strait veniva incoronato nuovo re della musica country e una nutrita schiera di artisti sconosciuti (Alan Jackson, Chris LeDoux, Clay Walker, Shania Twain, Clint Black, Mark Chesnutt, Tracy Lawrence e Tracy Byrd appunto) si apprestava a conquistare il mondo delle sette note. Tornando a questo All American Texas, disco ovviamente autoprodotto, possiamo dire che è composto da 10 brani che vanno dalle ballate di ampio respiro (Before I Die, Shame To Grace e Roll With Me) a brani più veloci e ritmati ( la title track All America Texan ma anche Texas Truck, It’s About The Pain). Come dicevamo, le atmosfere, gli arrangiamenti e lo spirito sono decisamente anni ’90 ma questo, a mio avviso, è proprio il maggior pregio del cd. Anche la voce, per fortuna è rimasta quella di vent’anni fa. Insomma Tracy Byrd è ancora il Tracy Byrd che tutti ricordiamo. (Gianluca Sitta)