Quest’anno il Circolo Area Festa di Cavriago (RE) ha fatto le cose in grande per la consueta ”notte degli Scorpioni” (festa creata per festeggiare coloro che sono nati sotto questo segno zodiacale) organizzando il concerto di Tony Lewis, artista californiano (ma da tempo residente in Svizzera) che ritorna a suonare in provincia di Reggio Emilia dopo ben 17 anni (aveva infatti partecipato nel 1998 al Correggio Country Festival). Accompagnato dal suo gruppo, chiamato Tuff Love, Tony ha dimostrato di essere un consumato entertainer, capace di divertire e soprattutto di divertirsi. Ma prima di parlare della musica vorrei fare un plauso all’organizzazione per due scelte che sono state fatte. Prima, il costo del biglietto, fissato a 10 euro, cifra sicuramente popolare che ha convinto anche persone fuori dall’ambiente “country”, a partecipare ad un concerto di una musica per loro totalmente sconosciuta. Seconda, la scelta di lasciare i tavoli sotto il palco in modo che chi era a cena potesse tranquillamente gustarsi il concerto in santa pace, come si usa in tutto il mondo. In pratica non si è assistito al solito convulsivo “sbaraccamento” (tipicamente Italiota) di tavoli e sedie che di solito i gestori dei locali fanno per fare posto ai “linedancers”.
Ieri sera a Cavriago chi voleva ballare poteva tranquillamente farlo, ma in fondo alla sala, dove sicuramente lo spazio non mancava. Una piccola cosa certo, ma simbolica (speriamo), quasi a ribadire “prima la musica”. Chiudiamo la “parente” (come diceva il buon Totò) e ritorniamo a parlare di musica. Tony Lewis calca i palcoscenici di mezza Europa da più di vent’anni, quindi sa “fiutare” subito la serata, capisce al volo il repertorio da proporre e anche a Cavriago ha fatto lo stesso. Alcuni grandi classici tipo Jambalaya (on The Baiou) o When You Say Nothing At All (brano di Keith Whitley divenuto famosissimo grazie alla colonna sonora di Notting Hill), alcuni brani in odore di linedance (tipo Baby I Like to Rock It dei Tractors) e ovviamente alcuni brani originali tratti dai suoi 6 cds. “Something For Everybody” parafrasando un vecchio disco di Elvis, il tutto accompagnato da basso, batteria, chitarra, fiddle e soprattutto steel guitar, che nella musica country fa la differenza (“Ain’t nothin’ like a steel guitar To drown a memory”). Alla fine i presenti si sono sicuramente divertiti, chi si avvicinava al country per la prima volta ha assistito ad uno spettacolo di un certo livello ( e non uno dei tanti, troppi, gruppi di Italici improvvisati che sicuramente non fanno del bene alla country music), chi voleva ascoltare buona musica lo ha fatto e anche chi voleva ballare è stato accontentato (anche perché era lo stesso Tony Lewis ad inviare i presenti a darsi alle danze). Meglio di così……. (Gianluca Sitta)