Thee Holy Brothers (con la doppia E a suggerire riferimenti religiosi conditi con ironia che spesso attraversano le loro canzoni) sono Wille Aron, membro fondatore del combo folk-rock dei Balancing Act e l’ex Lone Justice Marvin Etzioni, amici da molto tempo ma solo da qualche anno riuniti per perseguire questa avventura artistica. Una coppia questa che unisce il roots-rock americano ai suoni inglesi che abbracciano George Harrison e gli Who (amore musicale per entrambi), aggiungendo un tocco di Beach Boys e di attitudini ‘cinematografiche’ grazie alla buona esperienza di Willie Aron in questo campo. Un progetto quello di “My Name Is Sparkle” che si materializza come un ‘concept album’ originale e personale che offre spunti interessanti e che ha bisogno di qualche ascolto per poter essere apprezzato fino in fondo. La gestazione del disco è stata lunga e sofferta (anche per l’irruzione del Covid e delle sue nefaste influenze sul mondo discografico) ma ora la visione raffinata degli Holy Brothers si è materializzata attraverso le nove canzoni (più tre bonus tracks) che fanno di questo debutto, incoraggiato anche negli anni scorsi da Leonard Cohen, loro amico e simpatizzante, un prodotto godibilissimo. Dall’apertura affidata a “Elvis In Jerusalem” che in un certo senso introduce e fissa le coordinate del racconto fino all’ispirata chiusura di “Keep Crushing Me”, passando per “If God Let Go” brano chiave del disco e per le belle “A Sudden Gunshot” e la colorata “Let The Great World Spin”, la musica degli Holy Brothers scorre tra mille riferimenti e ricordi, mantenendo sempre un buon livello qualitativo. (Remo Ricaldone)