Onorando la globalità di Planet Country e l’estrema varietà della scena roots americana, i Resonant Rogues ci portano in un viaggio sonoro che parte da Asheville, North Carolina dove più forti sono le influenze appalachiane e tradizionali per toccare luoghi ‘esotici’ come i caffè parigini in cui è ancora presente il ‘manouche jazz’ dell’ Hot Club de France o i Balcani da dove sono partite le affascinanti melodie che nelle ultime decadi hanno sfiorato la musica irlandese, quella statunitense e a anche certo rock sensibile alla cosiddetta world music. Sparrow e Keith J. Smith sono le anime di questa band il cui suono acustico non condiziona dinamicità e freschezza, con la prima ad accompagnarsi con grande bravura a fisarmonica e banjo e il secondo a mostrare tutta la sua eccellente tecnica alla chitarra acustica. Con loro si segnalano la fiddler Kristen Harris protagonista delle parti più old-time e folk, con Daisy Castro a prendersi in carico di quelle più swing e balcaniche, Eric Heveron-Smith a legare il tutto con un prezioso lavoro al contrabbasso, Mattick Frick con percussioni brillanti e propositive e alcuni ospiti il cui contributo risulta sempre importante. Ad esempio ottima è la pedal steel di John James Tourville della band Deslondes a caratterizzare “Be Around My Darlin’” dal gustoso sapore western, notevole la tromba di Ben Hovey nelle inflessioni ‘neworleansiane’ e swing di “Dueling With Demons” e dolce il contributo della voce di Cynthia McDermott nella ballata folk “Maker’s Song” che apre il disco. Nel complesso “Autumn Of The World” è lavoro intrigante per la commistione di generi che mai stridono nel loro incontro ma rendono efficace una proposta che appassionerà chi ama le sensazioni ‘vintage’ e le immagini in bianco e nero. La title-track “Autumn Of The World”, l’intensa “Watching Those Wheels Roll” tra le migliori dell’album, “Strength Of Water” con l’evocativo banjo e la voce cristallina di Sparrow ed il ‘waltz time’ di “The House That Condos Stole” sottolineano la passione dei Resonant Rogues per il proprio retaggio tradizionale, quello più autenticamente old-time, mentre “Zeus Faber”, “Point Of No Return” e “Tramp” aggiungono caratteristiche particolari ad un sound nitido e pulito.
(Remo Ricaldone)