Gli Orphan Brigade, trio formato dall’irlandese Ben Glover e dagli americani Nailson Hubbard e Joshua Britt, dopo aver esordito andando alla ricerca della narrazione più misteriosa ed oscura della Guerra Civile americana ed aver proseguito con la fascinazione per le splendide grotte di Osimo, sono stati inevitabilmente attratti dai miti e dalle leggende di una terra dai contorni fiabeschi come l’Irlanda, mantenendo sempre uno stile riconoscibile, pulsante e passionale dove il folk viene interpretato in modo personale e dal taglio contemporaneo, arricchito da una scrittura profondamente poetica ed incantevole. Tutti i progetti firmati dagli Orphan Brigade si sono contraddistinti da una coesione tipica dei ‘concept albums’ e anche questo loro “To The Edge Of The World” non manca di presentarsi con una selezione corposa e ricca di charme, dove la storia irlandese è intrisa di racconti tra realtà e sogno e dove non mancano i legami con l’America, a partire da uno dei gioielli più preziosi, la partecipazione di John Prine nella magistrale “Captain’s Song (Sorley Boy)”, incastonato tra momenti di grande coinvolgimento come “Mad Man’s Window”, vibrante e percussiva, “Banshee” dai toni misteriosi ed imperscrutabili, “Under The Chestnut Tree”, “Dance With Me To The End Of The World”, le eccellenti “St. Patrick On Slemish Mountain” e “Fair Head’s Daughter” e, a suggellare un viaggio sonoro di estremo interesse, una “Mind The Road” eccellente conclusione a conferma di un percorso, quello degli Orphan Brigade, che promette nuovi emozionanti capitoli. E per gustare appieno queste canzoni ci sono, consuetudine preziosa dell’Appaloosa Records, le traduzioni e le note per ogni brano. Cosa chiedere di più? (Remo Ricaldone)