Texana di San Antonio, Stephanie Urbina Jones ha dimostrato con la propria musica quanto prezioso sia stato il contributo della cultura e del retaggio ‘ispanico’ e latino alla musica americana delle radici con una discografia in cui queste sonorità si sono perfettamente miscelate per creare un insieme estremamente godibile ed intrigante. Da un amplissimo seguito a livello regionale in questi ultimi anni Stephanie ha conquistato anche il pubblico più ‘mainstream’ e, in Europa, ha riscosso giusti riconoscimenti partecipando al festival francese ‘Country Rendez-Vous’ di Craponne e a quello svizzero ‘Country Night’ a Gstaad, oltre ad una apparizione allo  storico Jazz Festival di Montreux. Nel suo nuovo lavoro intitolato “Shaman Heart” Stephanie Urbina Jones ha però voluto lasciare un po’ in disparte le inflessioni ‘mexican’ per abbracciare un suono quantomai ampio che comprende pop, gospel, soul e naturalmente country music, incidendo una serie di canzoni la cui profondità emotiva, il messaggio universale di pace, amore e condivisione, la spiritualità e il coinvolgimento emotivo hanno contribuito a rendere l’album, a mio parere, il più intenso della sua discografia. Nonostante non ci siano brani in spagnolo e non ci sia traccia di fisarmoniche, guitarron o altre tipiche strumentazioni ‘tex-mex’, questo disco risulta lo specchio fedele delle grandi doti personali ed umane della cantante ed autrice texana, anche quando indossa le vesti di ‘crooner’ o di lucida pop singer, evitando con intelligenza i pericoli di risultare zuccherosa o banale. Oltretutto, vista la lunghezza del disco (ben oltre l’ora),  riesce a mantenere vivo l’interesse per praticamente tutti e quindici i brani, dalla frizzante apertura di “Born To Love” alla chiusura con la limpida country music di “Open Up Your Heart”, due titoli che non lasciano dubbi sulle intenzioni di SUJ. Tra questi due spiccano titoli come “Troubled Soul” con i suoi accenti soul e blues, “Unraveling”, “Wandering Through The Wilderness” dal chiaro spirito ambientalista, “Color My World” e il suo messaggio di accoglienza e “Bittersweet Beautiful Ride”, metafora della bellezza della vita con i suoi aspetti negativi e positivi. Un grande sforzo compositivo questo per Stephanie e un riuscito passaggio verso un meritato e sempre più ampio apprezzamento. (Remo Ricaldone)