Merideth Kaye Clark e Jenn Grinels, ora residenti entrambe a Portland, Oregon, sono nomi decisamente sconosciuti alle nostre latitudini ma negli Stati Uniti ed in Canada hanno da anni perseguito carriere ricche di successi in svariati ambiti, sia nella musica che nelle altre ‘performing arts’ come teatro e cinema e da qualche tempo hanno deciso di unire le loro forze sotto il nome di Siren Songs per proporre i suoni acustici della tradizione. Molte sono le cover che sono contenute in questo loro breve ma intenso disco di esordio e una in particolare ha portato loro fortuna, quella di “Jolene”, classico di Dolly Parton che ha visto le Siren Songs aggiudicarsi il primo premio in un curioso ‘challenge’ per scegliere la migliore cover di questo brano, premio ancora più ambito e prezioso per il fatto che a capo della giuria c’era la stessa cantante del Tennessee. La scelta delle canzoni  da interpretare è stata assolutamente intelligente e vincente visto anche l’approccio scarno, rigorosamente acustico e appassionato e in questa selezione possiamo godere di cover eccellenti di “Angel From Montgomery” di John Prine, “Chelsea Morning” di Joni Mitchell e di “Time After Time” di Cindy Lauper, quest’ultima spesso rivista negli anni in versione acustica ma qui ripresa con uno spirito molto ‘mitchelliano’ grazie all’uso ottimo del dulcimer. Chitarre acustiche e banjo sono assoluti protagonisti di queste canzoni e da sottolineare sono anche le tre canzoni originali, firmate da Jenn Grinels, a bilanciare un album ispirato e freschissimo: “Goodnight Sun, Hello Moon”, “100” e “Gray” indicano la strada da percorrere nella maturazione delle due cantanti, brani le cui melodie fanno intravedere buone possibilità di sviluppo per il futuro. Un futuro che a sentire da questo disco omonimo si prospetta più che roseo. (Remo Ricaldone)