Shemekia Copeland ha ormai ampiamente superato lo ‘status’ di figlia del grande chitarrista Johnny Copeland affermandosi, attraverso una discografia sempre in crescendo come qualità, come una delle migliori voci americane in ambito blues. Un ambito a dire il vero allargato sempre di più con l’inclusione di elementi soul, gospel, rock e anche country a formare una proposta di straordinario valore musicale e di impegno sociale. “Uncivil War” fotografa in modo vivido e scintillante, un po’ come fosse uno scatto  del grande fotografo afro-americano Gordon Parks, l’America degli ideali di democrazia, inclusione e condivisione di cui abbiamo fortemente bisogno e si pone come progetto dall’ampio respiro sia per la scelta del materiale interpretato sia per quanto riguarda una vocalità mai così intensa e ricca di personalità. I contributi a queste registrazioni effettuate a Nashville sono molti e tutti di eccellente qualità, dalle chitarre di Jason Isbell, Duane Eddy, Steve Cropper e della giovane grande promessa del blues Christone ‘Kingfish’ Ingram che prestano le loro abilità rendendo ancora più corposo il suono, alla inossidabile coppia principe dei suoni acustici che nascono dal bluegrass come Jerry Douglas e Sam Bush, fino alle armonie vocali degli Orphan Brigade e le tastiere di Steve Conn. La produzione è nelle mani di Will Kimbrough, fondamentale nel cucire il miglior abito possibile alle canzoni interpretate da Shemekia e dando un apporto basilare come autore e come chitarrista. Il menù quindi si presenta ricco e saporito passando con naturalezza ed efficacia dal più classico blues al gospel, al rock, ai suoni più acustici scegliendo con acume le covers con la bella rilettura e rivisitazione di “Under My Thumb” degli Stones e l’accorato omaggio a papà Johnny nella conclusiva “Love Song”. Ciliegina sulla torta la dedica a Dr. John e John Prine, due giganti della musica americana sempre nel suo e nel nostro cuore. Uno dei dischi dell’anno. (Remo Ricaldone)