SCP_4230-1Il festival di Savoniero, alla sua quindicesima edizione, si conferma come l’unico appuntamento musicale folk & country italiano. In barba a tutti gli schemi ed i circhi equestri dei balletti e dei teatrini, i ragazzi di Savoniero sanno ancora essere genuini e pronti a mettersi in gioco senza preoccuparsi di far bella figura con un mondo (quello del country italiano) che assomiglia sempre di più all’ombra di se stesso. A Savoniero quello che conta è la musica, la voglia di divertirsi e di bere in compagnia. Ed anche quest’anno, ancora una volta, dei grandi artisti hanno calcato il palco del festival. Dopo i due gruppi appoggio, i Roadhogs, dalla giovane musica ruvidamente e stringatamente rock, ed i già ben noti Spaghetti Jensen, una delle realtà italiane più solidamente e piacevolmente presenti nel panorama country nostrano, fa il proprio ingresso sul palcoscenico Josh Grider. Con una line up classica, due chitarre, basso e batteria, il nostro Josh propone tutto il proprio repertorio: quello storico, e quello decisamente più recente. Il cantante 35 enne del Nuovo Messico dimostra tutta la propria grinta e non nasconde l’assoluta familiarità con le esecuzioni dal vivo, tipica di chi, negli Stati Uniti, vive davvero della propria musica suonata e risuonata, vissuta e rivissuta in centinaia di date in lungo ed in largo per tutta la Nazione. Questa attitudine all’esecuzione senza intermediazioni da studio, tipica della musica statunitense del sud (e molto rara in Europa), genera un tipo di musicista che, oltre ad essere a proprio agio sul palco, corregge in join ogni sbavatura ed imperfezione e produce un suono mai scontato e sempre nuovo. Josh Grider, con la sua musica classicamente ancorata ai saldi schemi ritmici del country south moderno, in qualche modo, appartiene a quella schiera di autori che contribuisce ad innovare e consolidare il sound dei grandi come George Strait o Merle Haggard. La band riesce a produrre un sound molto ben amalgamato che, pur forse mancando di solidi spunti da solista, risulta molto piacevole all’ascolto e persino intrigante. Josh, pur anagraficamente ancora piuttosto giovane, dimostra tutta la propria maturità esecutiva, gestendo dal vivo molto bene la chitarra e la voce, con alternanze e sovrapposizioni prive di errori.
SCP_6267 1-1Degna di grande nota e merito è la batteria che, molto spesso, costituisce la sezione debole e poco curata delle band country folk; in questo caso è suonata con grande perizia, precisione e delicatezza, quasi si trattasse di produrre un sound jazz. Il concerto è risultato di alta qualità, con una voce all’altezza dei brani e mai stanca, ed una band affiatata e tecnicamente preparata; anche l’inserimento della voce femminile della moglie di Josh, sul finire dello show, ha contribuito a dare vitalità e colore all’esecuzione. Unica nota negativa, ma che, d’altro canto, è piuttosto tipica dello stile musicale a cui Grider appartiene, è forse costituita da una certa piattezza degli spunti da solista della chitarra, che, d’altro canto, testimoniano una forte appartenenza alla tradizione country a discapito della recenti derive rock. Per chiudere: un enorme bravo va agli organizzatori che, unici in Italia, riescono, con la sola forza dell’entusiasmo, ad organizzare e gestire un festival di questo livello. Un bravissimo va a Josh Grider ed alla sua band che riesce a cantare ed a suonare come se stesse facendo la cosa più semplice e naturale del mondo. Ancora una volta, grazie Savoniero!!!(JLLB)