Non capita spesso di incontrare un disco presentato nella forma ‘voce/chitarra acustica’ che regali tali emozioni, piene e corpose e ricche di poesia ed emozione. Il cantante ed autore londinese Rupert Wates, già autore di una notevole produzione solista, firma qui il suo disco più accorato e struggente attraverso un ideale ed estatico viaggio attraverso la vita con gli occhi di un bambino, affidandosi così ad una visione romantica e limpida. “Lamentations” si riallaccia con estrema naturalezza alla poetica di Nick Drake e John Martyn, alla canzone d’autore intrisa di melodie folk di gente come Allan Taylor e Ralph McTell in un percorso in cui eccellente stile chitarristico, voce armoniosa e calda e ricerca costante della soavità che sgorga direttamente dal cuore, si incastrano con precisione certosina. Inciso in un’unica session nel corso di una fruttuosa serata, “Lamentations” si avvale proprio di quella ispirata condizione, facendo scorrere le composizioni come in uno scenario che unisce sobrietà ed eleganza, dolcezza e ricchezza cromatica. Queste sono canzoni dal fascino senza tempo che non smettono di intrigare e anzi, con ascolti ripetuti, si possono apprezzare sempre nuovi passaggi chitarristici e significati intrinsechi. Dodici canzoni che compongono un insieme dove citare un titolo piuttosto che un altro farebbe torto e sminuirebbe la forza e l’impatto della proposta di un validissimo personaggio come Rupert Wates, eccellente nel sottolineare la sua ‘inglesità’ nei riferimenti ma anche vicino a certa canzone folk americana. (Remo Ricaldone)