Gli esperti definirebbero il genere musicale di Rod Picott “Americana” un tipo di musica troppo folk per essere country e troppo country per essere folk. Pur essendo un musicista che registra i suoi albums a Nashville, Rod è lontanissimo dal classico country sound di Music City e nello steso tempo appare decisamente forzato accostarlo a personaggi come Bob Dylan o Woody Guthrie. Potremmo definirlo un cantautore che spazia in varie direzioni, dal red dirt Texano alla musica d’autore impegnata, passando per il roots rock e anche per il blues. Come lui stesso ha precisato presentando lo show, le sue canzoni, a parte uno o due momenti di rara euforia, sono brani dedicati ai “meno fortunati”, a coloro che vivono ai margini della società. Non sono canzoni allegre o spensierate fatte per le classifiche, ma brani che vogliono far riflettere, che raccontano storie reali che raramente hanno un lieto fine. Chi è venuto a “I Vizi del Pellicano” ha incontrato l’America delle periferie, dei posti di lavoro che vengono a mancare, degli amori finiti e mai più ritrovati.
Quasi due ore di voce e chitarra, dove la melodie non ti entra subito in testa ma cresce pian piano, e dove i testi hanno sicuramente un ruolo fondamentale. Come era logico attendersi molte delle canzoni presentate in questa ultima data del tour Europeo fanno parte del nuovissimo cd Hang Your Hopes On A Crooked Nail, un disco sobrio, quasi scarno, che ai mille colori ha preferito la forza del bianco e nero a cominciare dalla copertina. Rod è stato molto bravo a trasmettere ai presenti le proprie emozioni e il pubblico de “i Vizi del Pellicano ” ha risposto alla grande. Un grazie infine va a Lonestartime che, tra mille difficoltà, continua ad organizzare eventi di questi tipo con grande passione. (Gianluca Sitta)