Quindici album all’attivo e una regolare presenza sui palchi di ogni angolo di Canada sono segno di grande importanza nell’ambito della musica delle radici per Rick Fines. Il suo amore principale è certamente il blues, quello più acustico e tradizionale, ma Rick Fines si spinge spesso oltre interpretando con uguale classe e talento folk e soul, variando così una proposta appetibile anche per coloro che non seguono attentamente la cosiddetta ‘musica del diavolo’. Il suo più recente disco intitolato “Solar Powered Too”, dove il titolo si riferisce alla particolare natura di almeno metà dei brani, incisi nel gazebo della sua abitazione situata sulle sponde del lago Ontario nei boschi di Kawartha con l’aiuto di una serie di batterie a luce solare, è lavoro meditato e pregevole a cui sono stati aggiunti i contributi di amici e musicisti della zona che hanno portato ulteriori colorazioni e qualità ad un disco che spesso si distacca dal ‘mood’ complessivo caratterizzato sempre da un bell’impianto acustico. E’ il caso delle inflessioni cajun della eccellente “Yellow Moon, Indigo Sky”, dei riflessi acustici della ballata che apre l’album, “Below The Surface”, dei toni quasi caraibici dell’unica cover presente, la “That’s What Makes You Strong” di Jesse Winchester, della accorata country music di “One Lone Loon” dove è protagonista la pedal steel di Jimmy Bowskill. Ci sono poi da segnalare l’estrema bravura di Roly Platt all’armonica che nobilita “Worry Be The Death Of Me” e “Dark Days”, due tra i momenti migliori del disco, e la vicinanza stilistica e vocale al John Hiatt più acustico nella corposa “Never Let Go” in un prodotto decisamente convincente e meritevole di attenzione. (Remo Ricaldone)