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La bibliografia riguardante Bruce Springsteen è andata con gli anni espandendosi fino a raggiungere livelli veramente notevoli riferendosi solo ai testi pubblicati nel nostro Paese. Tra biografie più o meno autorizzate, libri fotografici, traduzioni di testi, approfondimenti sulla discografia, sulla personalità e sulle tematiche del Boss è quantomai complicato orientarsi senza correre il rischio di incappare in doppioni o in opere sinceramente risibili. Tra i numerosi volumi scritti da appassionati e studiosi italiani occupa un posto di rilievo per originalità e pregevole introspezione quello di Marina Petrillo intitolato “Nativo Americano – La Voce Folk di Bruce Springsteen”, libro che riveste un’importanza notevole su un aspetto altrimenti poco approfondito e toccato dell’universo ‘springsteeniano’, quello legato all’interpretazione e alla rivisitazione del patrimonio tradizionale americano, tra country, folk, blues e gospel. Poco considerato nei suoi anni formativi, il suono legato alla tradizione ha via via assunto un ruolo notevole nell’immaginario dell’artista del New Jersey, ritagliandosi spazi sempre più degni di nota con l’ispirazione, musicale e ‘filosofica’, di nomi come Woody Guthrie e Pete Seeger in ambito folk ma anche Hank Williams Sr. e Jimmie Rodgers in quello country. Marina Petrillo esamina questo approcciare le radici da parte di Springsteen guidandoci con sagacia e annodando le connessioni politiche, sociali e storiche in un percorso di profonda presa di coscienza delle varie stagioni della storia americana. Dal crudo neo-realismo di “Nebraska” alla riscoperta del repertorio di Woody Guthrie (e di Leadbelly) nel disco-tributo “Folkways – A Vision Shared”, dai riferimenti letterari di “The Ghost Of Tom Joad” alla visione contemporanea di “Devils & Dust” fino alle gustose e divertenti “Seeger Sessions” in cui il raggio d’azione è amplissimo e comprende anche blues e gospel, il viaggio nella profondità del suono americano è affrontato con lucidità e grande passione. Un plauso all’autrice per avere scelto un lato meno considerato seppur importantissimo della personalità poliedrica e multiforme di Bruce Springsteen e per averlo trattato con intelligenza e partecipazione. Consigliato caldamente.(Remo Ricaldone)