Segnalazione doppia che arriva dal Canada per due eccellenti bluesmen che danno la loro visione della musica con cui sono cresciuti in maniera intensa e molto interessante. Paul Pigat con il suo secondo capitolo di una trilogia intitolata ‘Boxcar Campfire’ ci regala un vero gioiellino acustico in cui l’unica spalla alla chitarra e all’armonica del protagonista è il percussionista Marc L’Esperance in un viaggio veramente intrigante tra originali e un paio di brillanti cover. Una rilettura affascinante, rallentata e resa un country-blues misterioso e passionale, è quella di “Ring Of Fire” di Johnny Cash e Merle Kilgore e altrettanto gustosa è la meno nota “Piece Of Work” di Will Kimbrough, tra i migliori nomi della scena indipendente roots tra blues e country negli States. Poi un paio di strumentali molto descrittivi e quasi ‘cinematografici’ e il talento compositivo di Paul Pigat che ci regala piccole gemme come l’iniziale “Roll All Night”, “Some People’s Children”, “Treat Your Papa Right” e “You Gotta Use” in un disco caldamente consigliato. Sean Pinchin è invece portatore di un blues più aggressivo e potente in una sorta di trio ‘power blues’ che comprende Rob Szabo al basso e alle tastiere e Mary-Jane Luvite alla batteria che supportano le chitarre slide elettriche ed acustiche del protagonista. “Bad Things” è breve e conciso, meno di mezzora, ma potente e coinvolgente a cominciare da “If You’re Gonna Leave Me” che introduce l’album mostrando muscoli e cuore. Anche qui originali e cover si miscelano con sapienza e Sena Pinchin sceglie Skip James e Blind Willie Johnson per arricchire la selezione e “Devil Got My Woman” e “Nobody’s Fault But Mine” sono effettivamente due tra i momenti più espressivi del disco. Le sue canzoni magari non avranno una particolare varietà di temi ma colpiscono duro con ritmo, sudore e passione. Due diversi modi per amare ed interpretare il blues che confermano la brillante scena canadese. (Remo Ricaldone)