Arriva da Seattle, Washington Paul Benoit con il suo album numero undici di una carriera ricca di esperienze in giro per il mondo con l’amore per il rock americano e le sue radici. “Lost Days Long Nights” è uno dei capitoli più riflessivi e profondi di un chitarrista, cantante ed autore qui alle prese con un folk rock suadente che rimanda in certi momenti Neil Young, in altri Warren Zevon per spirito ironico ed amaro, brani scritti durante i lunghi periodi trascorsi all’estero. Gli arrangiamenti sono generalmente elettro-acustici, le atmosfere giocate su midtempo e ballate con le chitarre elettriche dello stesso Paul Benoit in primo piano, ottimamente supportate dalle tastiere di Ron Weinstein e dalla solida sezione ritmica formata da Will Dowd e da Dan Weber che si dividono le parti di batteria e da Rebecca Young al basso, con Hugh Sutton a colorare le canzoni con accordion, organo e piano wurlitzer. La canzone che da il titolo a questa raccolta è una delle più godibili, fresche ed acustiche, sulle ali di un country-folk cristallino che ben si inserisce in una selezione che ha nella meditativa “Sad Funny”, in “Arrow” che apre il disco toccando le giuste corde con un suono evocativo e legato al viaggio e alle sue emozioni e in “Find Me In The Dark” in possesso di belle suggestioni ‘western’, i capitoli più toccanti. “I Want To Believe” rimanda alla scrittura di Leonard Cohen mentre la conclusiva “Heaven” ha un sapore un po’ ‘vintage’ e nostalgico .Metafore, considerazioni sulla vita e sul viaggio e ricordi di esperienze passate sono alla base di una scrittura matura ed interessante, mentre il senso melodico di Paul Benoit rende il tutto estremamente piacevole e rilassato. (Remo Ricaldone)