Conosciamo Cornell Hurd e la sua band soltanto dal 1994, ma la sua carriera risale alla metà degli anni ’70. La sua proposta musicale si può riallacciare al sound di bands quali Asleep at the Wheel e soci, con semmai una maggiore propensione all’honky-tonk, piuttosto che al western swing. Musica disimpegnata comunque, con tanta grinta ed altrettanta voglia di divertire e divertirsi. Attualmente fanno parte del suo gruppo nomi quali Paul Skelton (da sempre fido gregario alla chitarra solista), Herb Steiner (veterano della pedal steel guitar), Justin Trevino (titolare di vari albums “in his own right”, suona il basso anche nella band di Johnny Bush) e Floyd Domino (pianista di rango ed ex-Asleep at the Wheel). In questo CD appare poi, come peraltro sembra essere diventato di prassi, il mitico Johnny Bush, detto “The Country Caruso” per l’impostazione classica della sua voce ancora potente, nonostante molte siano le primavere sulle sue spalle. Negli oltre sessantaquattro minuti di musica racchiusi in questo CD dal titolo che parafrasa il noto film con Marylin Monroe “A Bus Named Desire”, trovano posto numerosi spunti di interesse per l’appassionato del Texas sound: Texas Me (dedicato allo scomparso Doug Sahm), il boogie strumentale di Rawhide (non si tratta dell’omonimo classico portato al successo da Frankie Laine negli anni ’60), la remake di Funny How Time Slips Away a firma di sua maestà Willie Nelson, affidata per l’occasione alle doti vocali di Conni Hancock. Omaggio al grande dell’honky-tonk Texano con What Would Ernest Tubb Have Done?, zampettante uptempo che sarebbe molto piaciuto all’interessato, per passare allo shuffle di I’m The Man, con Justin Trevino alla voce solista, senza dimenticare la gradevole e spensierata Tell Your Shrink I Said Thanks For Nothin’, con un’importante performance di Paul Skelton e Cody Nicolas, rispettivamente alla chitarra elettrica ed al piano. Johnny Bush appare alla voce nella tragica Death In The Family e la sua performance è all’altezza della sua fama. (Dino Della Casa)