coverConfrontarsi con un album di George Strait, icona della country music dai connotati più tradizionali e ispirazione per generazioni di musicisti, non è impresa facile vista la sempre notevole qualità tecnica in una discografia di dimensioni ormai amplissime. Il clichè è collaudatissimo, frutto di uno stile interpretativo perfetto e di un repertorio scelto tra canzoni scritte da autori che rappresentano una naturale continuità con i prodotti precedenti (Dean Dillon, Cory Mayo, Clint Daniels e Monty Holmes solo per citarne alcuni). “Somewhere Down In Texas” è in effetti sullo stesso piano dei lavori che lo hanno preceduto (in particolare di “The Road Less Traveled” e “Honkytonkville”) con predilezione per ballate e midtempo e l’utilizzo della crema dei session men di Nashville. La sola “High Tone Woman” (di Leslie Satcher e Tim Ryan) si distingue per ritmo e grinta ma quello che i country fans vogliono da lui (confermandolo sempre al top delle classifiche) è melodia e cuore e lui anche in questo disco soddisfa pienamente con una serie di brani di classe vera e cristallina. Sicuramente ognuno troverà le proprie preferite, melodie che toccano il cuore senza eccedere in zucchero o banalità; a mio parere la palma delle più belle, quelle degne di essere inserite in qualsiasi ‘best of’ di George Strait sono “By The Light Of A Burning Bridge” composta dal songwriter di Nashville Walt Aldridge e da Michael White e “Texas”, splendido omaggio allo Stato nativo (…I wouldn’t be a Willie fan/Nobody’d swim the Rio Grande/I wouldn’t be an American/if it wasn’t for Texas…). Appena una spanna sotto ci sono “If The Whole World Was A Honky Tonk”, la title-track, l’ariosa “The Seashores Of Old Mexico” di Merle Haggard con il tocco riconoscibile della immancabile Nashville String Machine, il duetto con Lee Ann Womack in “Good News, Bad News”, il country waltz di “Oh, What A Perfect Day” e “Ready For The End Of The World” (…I bought a case of Jack/a box set of Merle/I’m gettin’ ready, ready for the end of the world…), canzoni che magari non aggiungeranno nulla alla grandezza del personaggio ma ne confermano straordinarie doti vocali e profonda coerenza. (Remo Ricaldone)