Quinto album per il singer/songwriter Canadese dopo The John Deere Tractor Keys, Hes’ Buying Roses Again, The Classic Country Hall Tour Live e Stockyard Collection. Prodotto da Redd Volkaert e da Danny Hooper stesso questo 31 Days In Austin è indubbiamente un ottimo disco intriso di quel new-country che ci piace tanto : moderno, ritmato, fortemente legato alla tradizione e con la steel che regna incontrastata sovrana. Il titolo per esempio, non certo casuale, la dice lunga sulle intenzioni dell’artista che è riuscito a registrare un album in pieno Texas style con George Strait come faro illuminante. Ascoltando questo dischetto infatti Danny Hooper potrebbe essere benissimo nato ad Austin o a Fort Worth o in qualunque altra parte del Lone Star State. Era da lungo tempo che il nostro lettore cd, stanco e frustrato dal troppo pop fatto passare per country, non ci faceva sentire un’album così brillante. 12 brani (tutti scritti da Hooper) che si inseguono al ritmo veloce del two step e dello swing. L’artista, che possiede una delle più belle voci della country music Canadese, riesce a cavalcare le melodie con l’agilità di un rodeo-cowboy e con la forza di un bull rider. Alcuni brani sono nuovi, altri tratti dai precedenti lavori , ma l’album risulta estremante omogeneo e compatto. Danny Hooper è sicuramente uno dei “nostri”: cowboy hat, camicia , jeans, stivali e George Strait nel cuore.