816CyNiNKIL._SL1425_“Rust Never Sleeps” è un disco che non può assolutamente mancare nelle case degli amanti della buona Musica. Non si discute. Neil Young in quest’opera del 1979 ci dimostra quanto sia ampio il suo linguaggio musicale e quanto la sua Musica abbia influenzato innumerevoli Bands e Artisti. La prima parte dell’LP mette in luce il lato acustico più introspettivo di Neil, che apre l’album con l’inno “My My, Hey Hey (Out Of The Blue)”, brano che contiene il verso “It’s better to burn out, than to fade away”, citato anche da Kurt Cobain nella sua lettera d’addio.Si prosegue con “Thrasher”, pezzo autobiografico che parla delle difficoltà della vita Rock’n’Roll e di come molti suoi amici non siano riusciti a sopportarne il peso.”Ride My Llama” e la stupenda “Pocahontas” raccontano storie sugli Indiani d’America (argomento molto caro a Young), trasportandoci alla fine del lato A, che si chiude con la dolce Sail Away. Il lato B si apre con “Powderfinger”, brano originariamente scritto per il leader dei Lynyrd Skynyrd Ronnie Van Zant, in segno di rispetto e supporto. Inizia così la parte elettrica del disco.”Welfare Mothers”, così come la successiva “Sedan Delivery”, sono dei pezzi aggressivi che si scagliano contro la società malata dell’epoca, caratterizzata da ipocrisia e bigottismo.
La chiusura di questa mastodontica opera, che verrà poi documentata da un film omonimo e da un grandioso tour di supporto, è affidata a “Hey Hey, My My (Into The Black)”, dedicata anch’essa come il pezzo d’apertura a Elvis Presley e Johnny Rotten. E’ la traccia più pesante dell’LP, caratterizzata da ruvide distorsioni e tanta voglia di urlare che il Rock’n’Roll non morirà mai. E noi siamo qui a dimostrarlo. (Cristian Secco)