Nonostante una cover non particolarmente invitante, fedele al motto: “non puoi giudicare il libro dalla copertina’, l’album dell’harmonica wizard canadese Mike Stevens è un godibile viaggio sonoro attraverso i suoni roots, dando spazio a country music, blues, bluegrass e cenni caraibici e afro. Infaticabile e sornione, il pluripremiato armonicista è qui affiancato da alcuni cantanti che rendono con le loro performances tutto più godibile, alternando i molti strumentali a momenti più legati alla ‘forma canzone’ più variegata. L’inizio è comunque un po’ in sordina con una piacevole “Like A Little Bird” affidata alla voce di Polly Harris che però non ‘sfonda’ e rimane giusto un piacevole esercizio di stile con tonalità caraibiche, così come lo strumentale “Watermelon Pie”, non particolarmente azzeccato. Con “Livin’ In Sarnia” invece si incontra il primo dei gioiellini dell’album, con la bella voce di Cory James Mitchell a guidare una melodia che entra nel cuore e un grande lavoro di armonica del nostro, un ‘loop’ che forma una base quasi fosse un didgeridoo a conferma una tecnica veramente straordinaria. Così si prosegue, rompendo il ghiaccio, attraverso veri classici come la spiritata rilettura di “Orange Blossom Special”, quella intensa di “Amazing Grace” e quella indovinata del country-swing “Ida Red” dove lo stesso Mike Stevens diventa protagonista vocale. Di grande effetto e sorprendente è poi la cover di “The Wreck Of The Edmund Fitzgerald”, capolavoro dal repertorio di Gordon Lightfoot qui rivisto in una versione colorata ed interamente strumentale, mentre da citare tra le migliori c’è “Bad In A Good Way”, ottimo blues in salsa New Orleans, l’eccellente “Devil’s Bride” che si muove grintosa sulle strade di Chicago e la conclusiva “Put Your Phone Down”, ennesimo esempio di una classe strumentale sopraffina e di un notevolissimo gusto. Assolutamente da conoscere se amate l’armonica e se volete un’ampia gamma di sonorità roots. (Remo Ricaldone)