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La musica bluegrass, pur con le inevitabili connessioni e contaminazioni che negli anni l’hanno avvicinata alla country music, al folk e all’old-time, ha sempre rivendicato una propria autonomia che l’ha differenziata dagli altri stili grazie ad un vitale e vibrante circuito di festival, charts e altre manifestazioni. Presente con tantissime interessanti realtà praticamente in tutti gli Stati Uniti, questi suoni hanno il loro centro nevralgico in quell’area che va dal Kentucky (The Bluegrass State) alla Virginia, passando per il North Carolina e per il Tennessee. E’ proprio nella zona di confine tra Galax, Virginia e Mt. Airy, North Carolina che Cullen Galyean, musicista ed autore, ha proposto la sua concezione di ‘mountain music’. A molti anni di distanza il figlio Mickey ha deciso di ripercorrere le orme paterne con una band dal significativo nome di Cullen’s Bridge, proprio per rimarcare il ‘trait d’union’ generazionale e “My Daddy’s Grass” è un eccellente esempio della musicalità fresca e trascinante del chitarrista e cantante di Lowgap, North Carolina. Il disco in questione è una vera sorpresa in quanto a brillantezza di suoni, amalgama e tecnica strumentale, un gioiellino che merita l’attenzione sia di chi si avvicina solo ora alla musica bluegrass sia al fan smaliziato, una serie di canzoni che unisce con calore e passione il passato al presente, con parti vocali curatissime e l’inevitabile splendore strumentale. Tra cover ed originali ci si districa con una coesione rara a trovarsi e un’intesa tra il leader e i ‘comprimari’ (Brad Hiatt al contrabbasso, Rick Pardue al banjo, Billy Hawks al fiddle) veramente pregevole. Il frizzante traditional “Charming Betsy”, la celeberrima “Dark As A Dungeon” di Merle Travis e il classico degli Stanley Brothers “We’ll Be Sweethearts In Heaven” formano un trittico di grande presa, con “One Loaf Of Bread” di Dave Evans e “It’s A Cold, Cold World” di James King solidi esempi di perfetta scrittura bluegrass. Tra gli originali si segnalano “Home With The Blues”, “Trail Blazer”, “I’d Have A Dime” che mostrano quanto funzionante sia la democrazia compositiva all’interno della band. Da segnalare, cosa che ritengo molto importante nell’era del ‘digital download’, la ormai consueta eccellente confezione (copertina e foto all’interno) in digipack a cura della Rebel Records, label di Charlottsville, Virginia che da decenni delizia l’appassionato di bluegrass e old-time con l’amore incondizionato per questi suoni.(Remo Ricaldone)