Da Montreal, Quebec ecco un nuovo nome che contribuisce a rendere straordinariamente viva e vibrante la scena canadese legata al blues ed al soul. Ed è proprio incentrato sulle connessioni tra questi generi il nuovo lavoro per Michael Jerome Browne intitolato “That’s Where It’s At!”, disco che travalica gli stili con estrema efficacia ed intelligenza, scegliendo cover ed originali unendoli in un insieme di adamantina bellezza. Michael è un chitarrista acustico di notevole efficacia con uno stile ‘fingerpickin’’ che risulta sempre adeguato, ricco di sfumature e validissimo. L’album è scarno nella sua concezione (il solo Mr. Browne a chitarre, armonica e banjo, con l’aiuto delle percussioni sparse di John McColgan in alcuni brani) ma caldo, appassionato e profondamente autentico nell’approccio grazie ad interpretazioni eccellenti, con il supporto vocale di Harrison Kennedy, Roxanne Potvin e soprattutto di Eric Bibb che ha più volte speso parole di elogio nei confronti di Michael Jerome Browne. “That’s Where It’s At!” è un godibilissimo viaggio tra soul, blues e spiritual, un viaggio nel tempo e nella memoria che passa da una sontuosa versione di “Everybody Ought To Treat A Stranger Right” di Blind Willie Johnson a, sempre restando in tema ‘religioso’, “Pharaoh” di Sidney Carter che ci trasporta nel profondo Mississippi. Sorprendenti ma comunque azzeccate sono poi le cover dell’indimenticabile “Louisiana 1927” di Randy Newman e di “Skeletons” dal repertorio di Stevie Wonder, passando per firme nobili del soul come Sam Cooke (“Somebody Have Mercy”) e Al Green (“Here I Am (Come And Take Me)”) che vengono accostate con grande naturalezza ad originali di pregio come “Remember When” che acquista in grazia con la splendida voce di Roxanne Ptvin, “Where Is The Song?” e “Love’s A Funny Thing”, nitidi esempi delle qualità compositive di Michael Jerome Browne. Musicista che ha raccolto molti riconoscimenti sia in patria che negli States ma che attende, con merito, di essere apprezzato in maniera più ampia dagli appassionati di roots music da entrambi i lati dell’Atlantico. (Remo Ricaldone)