Southern rock, soul e country music: queste sono le coordinate entro le quali si muove Meagan Tubb con questo suo quarto lavoro discografico che mette in mostra un bel talento sia sotto l’aspetto vocale che come suono complessivo. Grinta e passione, capacità di ‘adattarsi’ a diversi stati d’animo e stili musicali, freschezza e amore per i suoni di certo ‘classic rock’ sono caratteristiche non scontate e certamente l’aria di Austin, Texas dove ha base Meagan e i suoi Shady People aiuta molto. La title-track “Signs And Wonders” apre con la forza del più classico rock di marca sudista mentre la seguente soul ballad “Rainbow Child” ammorbidisce le atmosfere ma mantiene alto il coinvolgimento in un’altra bella performance. Con “I Love My Thumbs” si entra nella country music dal taglio classico e non mancano i riferimenti alle grandi signore del genere degli anni sessanta e settanta, “Good Lord Pays Me” fa nuovamente emergere la notevole ‘soulfulness’ della protagonista, eccellente anche alle chitarre elettriche e slide ad unire rock e soul in modo contagioso (ma con un banjo che fa capolino), “So Thankful” è un piccolo capolavoro di equilibri in una ballata dove country e soul si incontrano in modo decisamente naturale e azzeccato, “Come On Baby” con le sue affascinanti slide è un viaggio nel sud di grande impatto, con echi dei Black Crowes, della vecchia Steve Miller Band e di tutti quelli che hanno mischiato le giuste radici, “Battle” rimane saldamente in questi territori mentre “The Rapture Has Come And Gone” è un ‘bluesaccio’ di quelli incisivi e pieni di anima. “Black In My Rainbow” è un buon rock che però non aggiunge molto a quello presentato in precedenza, “Modern Uses For Old-School Devices” ha nel dna la vecchia scuola del rock americano, “Crazy” ripercorre con bravura strade certamente già battute ma sempre credibili e “At Least I Know Enough To Know I Love You” chiude l’album con un gustoso sapore ‘old fashioned’ rivisitando le radici jazz delle origini unendole alla tradizione newyorkese di Tin Pan Alley sempre in modo brillante. Un disco questo che risulta più che positivo nella presentazione di un’artista di cui probabilmente sentiremo ancora parlare. (Remo Ricaldone)