La cosa sorprendente di questo “’Til Death Do Us Part” non è il connubio di due personalità che si intrecciano naturalmente per creare una country music genuina e vicina ai modelli più classici della tradizione, non è la produzione impeccabile che esalta le linee melodiche, non è la bravura strumentale e vocale che in più momenti raggiunge vette molto alte: è il fatto che tutto questo si trovi in un disco progettato e proposto da una coppia che dietro all’azzeccato nome di Meadow Creek nasconde la propria nazionalità svedese. Non è un mistero che la migliore musica americana prodotta in Europa provenga dalla Scandinavia, terra che ha spesso ospitato musicisti americani (mi vengono in mente subito i nomi di Tom Russell e di Eric Andersen tra gli altri) e che in questi ultimi anni ha visto l’affermarsi di eccellenti artisti nell’ambito country, roots-rock e americana. Peter e Linda Dahl sono entrambi nati nella cittadina di Degerfors e possono vantare una lunga carriera fatta di esperienze non solo in ambito roots e da qualche tempo si sono dedicati anima e corpo ai suoni country e questo loro album sorprende per maturità, sicurezza e talento nel ‘maneggiare’ materiale per la maggior parte originale, giovandosi di una band di supporto eccellente (naturalmente tutta svedese) con in primo piano il fiddle di Petra Wahlgren e la pedal steel di Berra Karlsson che spiccano su una serie di talentuosi strumentisti. Peter e Linda si alternano e duettano con grande efficacia attraverso brani di indubbio fascino come la deliziosa “Not Anymore” che scopre subito le carte con notevole poesia e solidità, per passare a “Rescue Me”, tra gli ‘highlights’ del disco, a “I Got You” e al suo fascino tradizionale grazie al banjo di Jens Koch e al dobro di Andreas Rydman, a “So Far From Home” guidata dal fiddle di Petra Wahlgren, alla suggestiva ed accorata “Time To Let It Go”. Un lavoro credibile, appassionato e convincente per una coppia di cui potremo sentire parlare in futuro. Tra le proposte più fresche della scena country ‘outside the US’.(Remo Ricaldone)