Lo scioglimento senza molti preavvisi degli Stray Birds, tra le più belle realtà della musica acustica americana tra country, folk e old-time con quattro consigliati album all’attivo è stato accolto nell’ambiente degli appassionati come una perdita importante ma probabilmente dietro a tutto ciò c’era l’intenzione della voce femminile (e leader) della band di esplorare nuovi orizzonti e cercare nuovi sbocchi ad una vena creativa ricca ed intensa. Queste registrazioni tenutesi in quel di Nashville nell’estate del 2017 sotto la produzione di Dan Knobler, già dietro alla consolle nell’ultimo lavoro degli Stray Birds a confermare una certa continuità di intenti, mostrano quanto il destino di quell’esperienza ‘di gruppo’ era al capolinea per dare spazio e linfa alle nuove creature di miss Maya Elizabeth De Vitry, personaggio poliedrico e decisamente intrigante. Le sonorità acustiche si sono pian piano arricchite e ora “Adaptations” fa emergere le strade che Maya sta iniziando a percorrere in modo incisivo e poetico alternando influenze anche rock, pop e talvolta più tradizionali. “Wilderness” apre il disco con atmosfere oniriche e soffuse, la voce di Maya ad accarezzare e a cullare, ma è con la seguente “What The Moon Said” che si entra nel vivo di un lavoro che si fa intenso e ci regala la prima perla, una melodia piena e nitida dai connotati tra folk e pop con le chitarre della protagonista e di Anthony Da Costa ad intrecciarsi. “The Key” riavvicina i suoni alla tradizione ma con un approccio personale e molto contemporaneo, con un occhio a Gillian Welch per interpretazione ma con arrangiamenti originali. Un altro momento significativo è “Go Tell A Bird”, un folk quasi ‘psichedelico’, la tradizione e la modernità in un insieme che denota grande maturità ed intelligenza mentre “Slow Down”, nonostante il titolo rafforza i suoni elettrificandoli con maggiore decisione e risultando un ulteriore motivo di interesse verso questo “Adaptations”. “My Body Is A Letter” è più rilassata e sinuosa, con un lavoro chitarristico da parte di Anthony Da Costa ancora efficacissimo, “How Do I Get To The Morning” profuma fortemente di sud in un eccellente incontro di country, soul, folk e pop e una splendida slide che attraversa la canzone, “Anyone At All” è corposa, tra rock e radici, “When The Memories Come Around” chiude poi un ‘poker d’assi’ che eleva il disco impreziosendo una scaletta in perfetto equilibrio tra acustico ed elettrico. “Adaptations” è il classico album che cresce a mano a mano che si entra nel mondo di Maya De Vitry, che si percepisce con chiarezza la sua visione musicale che non rinnega il passato (certamente più tradizionale) ma che lo arricchisce di nuove, bellissime colorazioni. (Remo Ricaldone)