Alzi la mano chi non ama Mark Chesnutt. Forse qualche giovane country fan potrà non conoscerlo ma chi, come me, è cresciuto con la CMA, con la radio country che si captava dalla base Americana di Vicenza e con i pochi cds che arrivavano dagli USA, non può non apprezzare questo singer/songwriter originario di Beaumont TX. Mark Chesnutt è un mito che incarna il lato buono della moderna country music. Pacato, gentile, mai sopra le righe, legato alla tradizione ma nello stesso tempo profondo innovatore capace di mettere d’accordo George Jones con gli Aerosmith. Alzi la mano chi non ama le canzoni di Mark Chesnutt. Bubba Shot The Jukebox, Too Cold At Home, Blame it On Texas, Almost Goodbye,Ol’ Country, tanto per citarne alcune, sono pietre miliari della moderna country music e hanno contribuito a creare uno stile ben preciso e riconoscibile fin dalle prime note. Questo stesso stile lo troviamo anche nel nuovo cd di Chesnutt intitolato Tradition Lives. Dopo 8 anni di silenzio discografico, Chesnutt ritorna con 12 nuove canzoni che confermano quanto il titolo preannunciava:” La tradizione vive”. Partiamo con “Oughta Miss Me by Now”, classica country song molto shuffle a-al Mark Chesnutt, bella anche “So You Can’t Hurt Me Anymore”, ballata melodica sullo stile di Thank God for Believers mentre “Look at Me Now” è un two step veloce perfetto per chi ama ballare in coppia. Da sottolineare inoltre la honky tonk “I’ve Got a Quarter in my Pocket”, la deliziosa “Is It Still Cheating” uscita dalla penna di Jeremy Johnson, Randy Houser e Jerrod Niemann, alle quali bisogna aggiungere “Lonely ain’t the Only Game in Town”, “Hot” e “Never Been To Texas”, immancabile tributo al Lone Star State scritta dallo steso Chesnutt. La tradizione vive sottolinea Mark, quasi a rassicurare il suo pubblico e a contrapporsi in un qualche modo allo strapotere della nuova country music ( sempre più lontana dalle radici) che monopolizza radio e televisioni Americane. Come dicevo Mark Chesnutt è un mito. (Gianluca Sitta)