20161027004639!Cosmic_hallelujah Nel novenbre del 1984 la soft-rock band anglostatunitense dei Foreigner, pubblica una delle power-ballad più conosciute (e vendute…) di sempre: numero 1 in America, Canada, Gran Bretagna, Australia, Irlanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia; Top 5 in Germania, Olanda, Svizzera, Sud Africa. Insomma, I Want To Know What Love Is, si pone come anello mancante tra le chiome ipercotonate delle band A.O.R. (acronimo di Adult Oriented Rock) che impazzavano all’epoca in America e le frigidone newyorkesi, desiderose di accalorate dichiarazioni d’amore imperituro. In effetti l’atmosfera ricreata dalla voce sofferta di Lou Gramm, unita alle sonorità vagamente tenebrose e ipnotiche degli strumenti, sbollentano le orecchie di una platea incredibilmente trasversale e multi-generazionale, in una sorta di raggiungimento di un climax sonoro ed emotivo, trascinato dalle voci gospel del coro finale. L’incredibile pathos espressivo che l’alternanza di strofe (in tonalità minore) e ritornelli (in tonalità maggiore) riesce a dare, garantiscono alla canzone il raggiungimento da subito dello status di “classico” e come tale, la facoltà di poterne fare una cover, perseguendo le spinte masochistiche di qualche artista che si illude di porre la sua versione come migliorativa rispetto ad un originale entrato di diritto nell’immaginario del pubblico d’occidente.download (4)
Dopo le versioni azzeccate di Wynonna Judd (2004) e dell’australiana Tina Arena (ottima la sua cover del 1998), arriva dopo 32 anni, un’inattesa versione di Kenny Chesney, contenuta nel suo ultimissimo cd Cosmic Halleluyah (Columbia Nashville, 2016), assente però nelle versioni in digital download. Kenny, coerentemente con tutto l’album, dismette temporaneamente le flip flop che utilizza per passeggiare sulle assolate spiagge delle Virgin Islands, per sposare atmosfere leggermente più urbane, ampliando l’elettrificazione degli strumenti e ricorrendo in maniera frequente ad un sound designing elettronico massiccio: la polka moderna Trip Around The Sun (fatevene una ragione, non è un twostep!…) e soprattutto il bellissimo duetto con P!nk, Setting The World On Fire, ne sono esempi eclatanti. Altresì la scelta medesima della mainstreamissima e politicamente correttissima P!nk, suggerisce il volersi confermare come superstar spendibile su più mercati. Chesney e il fedelissimo produttore Buddy Cannon, optano per una riedizione in modalità Two Step (cosa decisamente inusuale per Kenny), rivestendola di suoni quasi solo acustici; smontano il doppio livello di lettura che invece aveva fatto la fortuna della versione originale (come si diceva, la forza potentissima dell’alternarsi tra strofe e ritornelli, così diversi eppure così complementari tra loro), ma linearizzano tutti i 5 minuti della durata del brano, grazie ad un incedere costante ed equilibrato; le incandescenze dell’originale vengono soppiantate da un fluire regolare, pastoso, dove le asperità metalliche delle corde delle chitarre si minimizzano al cospetto della voce accomodante di Chesney. L’atmosfera è rasserenata, come uno sguardo resiliente di fronte alle asperità emotive di una così appassionata invocazione all’amore. (Steve Betweenchickens)