IMG_1481-1La foglia di fico è caduta e la verità è finalmente emersa. James Otto, cantante country Americano chiamato appositamente per l’occasione, ha suonato nel piccolo padiglione tre del Country Christmas dove vi è un’acustica al limite dell’umana sopportazione, mentre contemporaneamente nel grande padiglione cinque, i djs hanno fatto serata da ballo. Come quasi sempre avviene nel nostro Paese, la musica è stata ancora una volta sacrificata e umiliata a beneficio del tentativo di sostenere il grosso business legato ai corsi di ballo. D’altronde bastava dare un’occhiata ai nomi dei “collaboratori tecnici” per capire che il ballo sarebbe stato l’indiscusso protagonista della manifestazione e il concerto si sarebbe ridotto ad una specie di contentino per i “duri e puri”. Quello che importava veramente era sostenere ed enfatizzare le scuole e relativi corsi. Ed è probabilmente per questo motivo che, nonostante fosse da un paio di giorni che si continuava quasi ininterrottamente a mettere su cds coi djs, fermare, anche solo per due ore, la discoteca (di country music infatti ne abbiamo sentito davvero poca nella pista cinque) e dare completo spazio a James Otto (facendolo suonare nel padiglione principale dove l’acustica è accettabile) non è stata ritenuta dagli organizzatori una cosa importante.
10859360_10205256361117709_1398480412_nNoi non siamo assolutamente contro il ballo, anzi, ma siamo convinti che all’interno di una manifestazione che si definisce country, la musica e chi la suona (specialmente quando si tratta di un professionista fatto arrivare appositamente dagli USA) debbano essere gli assoluti protagonisti. Dopo il nostro articolo sul concerto di Tim McGraw in Nevada, qualcuno ci ha chiesto se fosse davvero così difficile portare Tim McGraw (o un nome altrettanto famoso) in Italia. In realtà non è difficile portare Tim McGraw in Italia , è difficile portare gli Italiani a sentire Tim McGraw. Questo almeno finchè il messaggio che viene da quasi tutti i grandi eventi che radunano tanti (?) appassionati, rimarrà quello trasmesso da questo Country Christmas, cioè che quello che importa nel country in Italia è il ballo (che fa(ceva) business), mentre la musica si riduce ad essere solo un “fastidioso ronzio di sottofondo”. Una piccola considerazione finale: visto che il concerto è stato ridotto a manifestazione di contorno da una gestione a dir poco superficiale e da una acustica pessima, visto che comunque il pubblico ha disertato il Country Christmas, facendo fallire anche l’obiettivo principale, cioè riempire la pista da ballo del grande padiglione cinque, se io fossi uno dei “collaboratori tecnici”, almeno per salvare il salvabile, prenderei atto della situazioni e darei immediatamente le dimissioni. (Gianluca Sitta)