Scelta come ‘supporting act’ del tour 2018 di Keith Urban denominato “Graffiti U”, Kelsea Ballerini (venticinquenne del Tennessee al secondo album) è una delle voci emergenti della Nashville più pop, rappresentando nella maniera più chiara la tendenza delle major a rivolgersi ad un pubblico sempre più giovane, trasversale e neutro. Bella presenza, voce ed arrangiamenti privi di qualsivoglia sbavatura, un repertorio che affronta le tematiche relative ai rapporti interpersonali o meglio ancora amorosi (temi dai quali non ci si discosta quasi mai) inevitabilmente facendo leva sui sentimenti di un target adolescenziale: queste sono le peculiarità di questo “Unapologetically”, composto quasi interamente dalla stessa Kelsea, spesso con la collaborazione degli autori di Music City di ‘ultima generazione’. Tanto per sgombrare il campo da ogni dubbio, per chi ancora ne avesse dopo questo preambolo, qui non si può parlare di country music, nemmeno alla lontana e con parecchia fantasia, i brani sono sospesi tra pop e spinte che sconfinano (almeno nella ritmica e nel maneggiare percussioni spesso sintetiche e campionate) in certo ‘hip hop’ con reminiscenze che avvicinano Miss Ballerini a Taylor Swift e simili. Non un brutto disco in se, prodotto con sagacia e un pizzico di furbizia per coinvolgere i sopra indicati fruitori, con qualche momento piacevole come l’iniziale “Graveyard”, “End Of The World” con il suo incipit acustico o “Machine Heart”. E’ scontato che chi apprezza la country music dovrà rivolgere altrove le proprie attenzioni per soddisfare i propri interessi, mentre chi cerca uno svago tutto sommato innocuo e gradevole può avvicinarsi ad “Unapologetically” senza rischiare. Attendiamo Kelsea Ballerini ad una prova futura per capire cosa vorrà fare da grande, quale strada vorrà imboccare e se si metterà in gioco per provare un percorso maggiormente personale. (Remo Ricaldone)