Keegan McInroe è un genuino troubadour texano nato a Lubbock ma la cui indole lo ha portato a girovagare per gli States e per l’Europa in cerca di ispirazione, raccogliendo buoni riscontri per una carriera divenuta professionale da poco più di una decina di anni. Le sue coordinate vanno dal country-folk della grande tradizione del Lone Star State a personali sconfinamenti che toccano blues, roots rock e tutto quello che si può ricollegare alle radici del suono americano. Voce grintosa e dotata di una buona dose di ‘abrasività’, Keegan ha inciso quattro dischi solisti (più uno con la rock’n’roll band Catfish Whiskey), con un nuovissimo lavoro in dirittura di arrivo e ha avuto l’onore di condividere il palco con personaggi del calibro di Leon Russell, Ray Wylie Hubbard, Band Of Heathens, Willis Alan Ramsey e molti altri, affinando uno stile magari non originalissimo come spunti ma tremendamente efficace nel risultato. “Uncouth Pilgrims” è infatti lo specchio perfetto delle sue intenzioni musicali, un lungo ed articolato viaggio nell’animo umano arricchito dagli innumerevoli incontri fatti ‘on the road’. Il susseguirsi dei brani, tutti collegati a comporre un percorso ben preciso, alterna ballate introverse e intense (la lunga, bellissima “Woody And Ruth”), l’amore per i suoi eroi musicali (l’iniziale ed incisiva “Country Music Outlaws”), i sapidi suoni sudisti (“Lumberjack Blues”, solida e impreziosita dall’armonica di Gary Grammer), spigliate e trascinanti variazioni country (la frizzante “Flower Song For Barefoot Dancers”), echi quasi ‘waitsiani’ (una poderosa “Nikolina”) e divagazioni ‘hard blues’ (una “Unclouth Pilgrims” che sembra uscita dal repertorio di Howlin’ Wolf), il tutto con nel cuore e nell’anima la voglia di cimentarsi con un suono roots ampio e variegato, sempre all’insegna della genuinità. Da ascoltare senza pregiudizi. (Remo Ricaldone)