Kate Ellis è una giovane e brillante cantautrice nata in Louisiana, cresciuta a New York e da qualche tempo residente a Londra dove ha trovato il suo equilibrio stilistico unendo folk, country, qualche elemento irish, una spruzzata di pop e la poesia di una scrittura intrigante. Al secondo disco dopo il debutto con “Carve Me Out” del 2017, Kate da’ seguito a quella già promettente presentazione con un lavoro dove l’introspezione e le riflessioni personali vengono a galla in maniera limpida. L’essersi affidata alla produzione di un nome esperto come John Reynolds, già alla consolle con progetti di musicisti come Indigo Girls, Belinda Carlisle, Cranberries e Sinead O’Connor tra gli altri, è stata mossa quantomai felice e certe colorazioni pop danno ariosità e armonia ad un songwriting già adulto. Si può partire proprio da “Wnderland” e dalle sue tonalità californiane per apprezzare i brani di questo “Spirals”, mentre la frizzante e solida “Scars”, tra rock e radici, risulta uno dei momenti più movimentati. Il mood è comunque intensamente poetico e da sottolineare c’è il peso specifico di eccellenti ballate come “Bluebirds And Rye”, la positiva “Other Side Of The Street” da cui emerge un bel feeling country, “Spirals”, title-track affascinante e “I Am The Tree” con il violino di Joseph Paxton a disegnare la melodia. Ciliegina sulla torta la fattiva collaborazione di Chris Hillman che in molti momenti dell’album dona la sua classe e il suo gusto sopraffino a mandolino, pedal steel e chitarra elettrica. (Remo Ricaldone)