coverKasey Chambers è una delle figure musicali australiane che hanno trovato ospitalità negli Stati Uniti, trovando spazio nell’ambito di certo alternative country anche se talvolta con malcelati influssi pop. Kasey è comunque ancora più nota nella nativa Australia, grazie ad esordi eccellenti con i fratelli e il padre Bill nella Dead Ringer Band. L’inizio della sua carriera risale al 1999 con il notevole “The Captain”, ancora oggi uno dei più positivi album di una discografia che, tra alti e bassi, ha regalato momenti ispirati e decisamente genuini. Dopo il contrastato duetto con Shane Nicholson, Kasey Chambers torna con questo “Little Bird”, un disco che raccoglie un po’ tutte le sue influenze, dalla country music alla canzone d’autore, dalla tradizione acustica alla passione per il pop. Pur non facendo gridare al miracolo l’album scorre benissimo attraverso tredici brani (più una hidden track) che sottolineano buone doti vocali, una vena compositiva magari non originalissima ma molto piacevole e una personalità matura. Il padre Bill Chambers, veterano di mille incisioni, è sempre al fianco di Kasey alle chitarre e talvolta al banjo e anche Shane Nicholson figura tra gli ospiti fissi di “Little Bird”, di cui ricordo esiste anche una versione ‘deluxe’ ampliata e decisamente interessante. Da ricordare l’iniziale “Someone Like Me”, orecchiabile country song, la più pop oriented “Beautiful Mess” che si apre in punta di ….dita per poi aprirsi ad una melodia azzeccata, “Devil On Your Back” dall’andamento mosso quasi bluegrass grazie al banjo e al fiddle, la splendida “Georgia Brown” con il suo feeling appalachiano, la delicata e acustica “Love Like A Hurricane” in cui Kasey duetta con Kevin Bennett e emerge una godibilissima steel, i ricordi giovanili di “Nullarbor (The Biggest Backyard)” su un tenue arrangiamento acustico e “Train Wreck” più irruente ed elettrica, tutti ghiotti motivi per rendere “Little Bird” degno di attenzione. (Remo Ricaldone)

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